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Sversamento in mare di petrolio. Il mare Abruzzese in pericolo

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Le Tremiti minacciate da una macchia di petrolio.
Il capitano di vascello, Luciano Pozzolano, cerca di gettare acqua sul petrolio. Chiede di non creare allarmismi perchè la maccchia di greggio è sotto controllo. Ricordiamo che la fuoriuscita è avvenuta dalla piattaforma al largo di Termoli.
Carlo Costantini, capogruppo in regione dell'IDV, nel suo comunicato parla di un reato gravissimo.
"Oltre due anni fa (il 2.11.2010, per l'esattezza) ottenevo dal Consiglio Regionale dell'Abruzzo l'approvazione di un mio disegno di legge, presentato ai sensi dell'art. 121, 2 comma della Costituzione, per introdurre il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in un mare, l'Adriatico, che ha caratteristiche assolutamente incompatibili con l'esercizio di queste attivita'.
Le maggioranze parlamentari che si sono susseguite ci hanno dormito sopra ed ora apprendo che una perdita di idrocarburi avrebbe interessato il campo petrolifero di Rospo Mare, vicino alle Isole Tremiti.
Dal mio punto di vista e' semplicemente criminale consentire l'estrazione di petrolio in un mare cosi' stretto e con fondali cosi' bassi, gia' gravemente malato e cio' nonostante ancora volano dell'economia turistica (e non solo) di molte regioni d'Italia.
Il 26 febbraio, in Parlamento, andro' a prenderlo nel cassetto impolverato nel quale l'avranno nascosto per tutto questo tempo e, con il sostegno che Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile di certo non ci faranno mancare,  pretendero' che il futuro del Mare Adriatico e la definitiva sparizione delle trivelle dai suoi fondali vengano portate entro brevissimo tempo all'esame dell'aula
".
Gli albergatori costieri teramani hanno chiesto tempo prima di divulgare un comunicato ufficiale.

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Commenti

Come e' possibile che dagli USA all'Africa,dalla Norvegia al Messico e' stato dimostrato che le estrazioni petrolifere inquinano,qui in Abruzzo si fa finta che tutto vada bene,lasciandoci distrarre da una informazione faziosa istituzionale? Attenzione vigiliamo con qualsiasi mezzo.
I candidati abruzzesi alle politiche dichiarino pubblicamente cosa intendono fare una volta eletti contro la petrolizzazione dell’Abruzzo. A dichiararlo è il teramano Renzo Di Sabatino, candidato al Senato per il Pd. “In diverse stagioni politiche tutte e quattro le Province abruzzesi hanno detto no all’estrazione di idrocarburi a mare e a terra. Ma i Governi nazionali continuano a mantenere l’Abruzzo fra le regioni ad interesse minerario. Il Parlamento è il luogo giusto perché gli eletti abruzzesi facciano lobby su questo argomento stringendo un patto di ferro contro gli interessi petroliferi di poche compagnie. Non si può continuare ad ingannare gli abruzzesi con politiche ambigue”. Per Di Sabatino - che interviene all’indomani dell’episodio che si è verificato a largo del mare di Termoli dove è comparsa una grande chiazza di idrocarburi in seguito ad uno sversamento dal campo di estrazione Rospo Mare di proprietà di Edison ed Eni – è fondamentale: “avviare un’iniziativa parlamentare per tenere fuori l’Abruzzo, con il suo 30% di territorio protetto, le sue produzioni agricole di qualità e l’alta incidenza dell’industria turistica sul Pil, da nuove aggressioni e soprattutto da decisioni romane che passano sopra la testa di tutti i cittadini abruzzesi”.