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L’Abruzzo è rinnovabile

di Susanna Ciminà
13 minuti

Esiste un impegno internazionale da rispettare.
L’Italia si è assunta l'onere di conseguire al 2020 una quota complessiva di energia da fonti rinnovabili, sul consumo finale lordo di energia e nei trasporti, pari al 17% (Articolo 3 Direttiva 2009/28/CE).
Con il Decreto Ministeriale “Sviluppo 15 marzo 2012”, l'obiettivo nazionale del 17% è stato ripartito su base regionale: si è parlato del cosiddetto "Burden Sharing": anche Noi come Regione Abruzzo dovremmo “lavorare per rientrare nella classifica dei virtuosi dell’ambiente".
I numeri hanno un valore.
La traiettoria degli obiettivi, intermedi e finali, assegnati alla Nostra Regione in termini di incremento della quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale, rispetto ad una quota di riferimento iniziale, è la seguente:

 



Partiamo dal presupposto che non sto cercando di redigere un piano energetico regionale, per cui occorre una profonda competenza nonché una spiccata esperienza nella politica energetica del territorio… mi limito a mostrare dei dati, assolutamente referenziati e a darne un’interpretazione, che susciti dibattito e che permetta di trovare qualche nuovo spunto per una nuova eventuale azione a sostegno della Nostra Regione.
Fatto questo necessario preambolo vorrei tornare agli obiettivi del 2020 e alla necessità di una drastica riduzione dei consumi finali per il Nostro territorio regionale.

Ridurre i consumi finali vuol dire operare accompagnando l’autonomia energetica degli edifici pubblici a un più generale efficientamento. Quindi, di fatto, rendere autonomi edifici pubblici come ospedali o enti comunali (detrazione fiscale fino al 55% per riqualificazione energetica) vuol dire ridurne la spesa e NON i consumi finali!! Il risultato sperato di riduzione dei consumi finali, infatti, lo si ottiene solo se all’autonomia si accompagna un all’efficienza energetica.
Con questi “accorgimenti” la Regione potrebbe raggiungere con maggiore facilità gli obiettivi sopraesposti, ma non bisogna dimenticare che la riduzione dei consumi và pianificata, studiata, approvata e messa in opera.
Il contenimento dei consumi finali lordi, nella misura prevista per la Regione, deve essere perseguito prioritariamente con sviluppo di modelli di intervento per l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili su scala distrettuale e territoriale.


Questo passaggio implica ovviamente che Noi, come Regione Abruzzo, dovremmo darCi obiettivi e strategie programmatiche sui quali impostare la scala delle priorità, definire gli ambiti di intervento e pianificare le azioni per il loro raggiungimento.

Se immaginassimo di conoscere alcuni dati chiave, come:
       -XXXXXX Euro consumati dagli Enti pubblici;
       - Y enti pubblici non energeticamente autonomi.

Potremmo anche immaginare di avere XXXXXX euro in attivo sul nostro bilancio, euro questi che chiaramente NON dovranno più gravare sulle spalle dei cittadini  in termini di bollette e che potranno essere utilizzati per efficientare gli altri enti pubblici non energeticamente autonomi.

Dobbiamo e possiamo riuscirci, il comune di Bolzano è pioniere in questa sfida: http://www.comune.bolzano.it/urb_context02.jsp?ID_LINK=540&page=5&area=… !!!

Qualche personale nota….
Lo ammetto sono curiosa.
Lo ammetto  ho fatto qualche ricerca sul Nostro piano energetico Regionale.
Lo ammetto….non ho trovato alcuna traccia sugli stati di avanzamento dei progetti.
Lo ammetto…mi sono permessa di fare un piccola ricerca sullo “stato dell’arte” del piano energetico in Abruzzo basandomi sul rapporto statistico del GSE del 2011 (premetto che quello del 2012 non è stato preso in considerazione perché ancora non disponibile).
Poi ho pensato…infondo “nessuno verrà ricordato per i suoi pensieri segreti [Gabriel.G.Marquez]”, e mi è sembrato giusto scrivere un articolo per poterne fare un’occasione di dibattito.

Andando sul sito della Regione Abruzzo, alla sezione Ambiente e Territorio, compaiono da quasi 3 mesi le stesse 13 voci(alcune delle quali molto datate tipo 2003)in cui si elencano una serie di progetti (Pawered , etc..)di cui siamo anche coordinatori, ma di cui non si fa assolutamente nessun cenno allo stato di avanzamento.
Domande semplici: chi si occupa di questo? Come? Con quali risultati? Perché non viene spiegato nulla, di ciò che dovrebbe essere dominio di tutti? E dico tutti, perché questi progetti, potrebbero essere occasioni di lavoro per quanti sono disoccupati o per quanti hanno voglia di contribuire al bene comune.

Inizierei  la breve analisi con una nota positiva.
Idroelettrico: Siamo l’unica Regione del centro Italia che si distingue per l’utilizzo di fonte idraulica con 57 installazioni e 1002 MW di potenza istallata. L’aspetto un po’ meno positivo giace nel fatto che, tra 2010 e 2011 non c’è stata nessuna nuova istallazione, forse perché si è sfruttata tutta l’acqua possibile, forse perché …non sò e chiederei aiuto “dal pubblico”.

Solare: qui, a quanto pare, le cose non vanno benissimo. Facendo un confronto a croce tra 3 Regioni del Centro Italia e sfruttando il criterio che esse siano in media alla stessa latitudine (circa 42° 15' 00" Nord) e quindi godano in media dello stesso irraggiamento (1400 kWh/m2) ho trovato che:





Pecchiamo di una forbice di quasi 10000 istallazioni in media, in meno, sia rispetto al Lazio, sia rispetto alle Marche. E’ chiaro che sarebbero molte le considerazioni da fare. Io mi limito a presentare i dati.
Che potenziale hanno queste Regioni più di Noi, sulla fonte solare?
Mia personale risposta “Forse nessuna”.
(NOTA il criterio di confronto utilizzato è opinabile, ma a mio avviso, evidenzia una parte delle criticità che bisogna prendere in considerazione…ovviamente se ne possono proporre altri).
La fonte solare potrebbe anche  essere utilizzata a fini termici, ma non ho trovato dati referenziati, che permettessero di imbastire una discussione.

Fonte Geotermica: Registriamo zero istallazioni in termini di grandi impianti di potenza, per il ragionevole fatto che bisogna avere una particolare conformazione del territorio, che Noi chiaramente non abbiamo. Questo è assolutamente ragionevole e quindi non abbiamo grandi margini sulla possibilità di istallazione di grandi impianti geotermici destinati alla produzione elettrica.
Mi viene in mente che la geotermia potrebbe essere sfruttata su piccola scala, per esempio per produrre energia termica per uso abitativo o per rendere autonome le strutture pubbliche, mediante la tecnologia delle pompe di calore geotermiche.
Si tratterebbe di istallazioni ( per 100 metri quadri di abitazione monofamigliare costo stimato in media 10.000 o 15.000 Euro)che, in inverno, assorbirebbero calore dal terreno e lo trasferirebbero alle abitazioni o all’acqua da scaldare, in estate, invece, assorbirebbero calore dall’abitazione e lo trasferirebbero al terreno.
E’ solo un’idea.


Fonte Eolica: Sempre dal rapporto statistico del GSE, ho notato dei dati poco incoraggianti per questa fonte:







E’ evidente che siamo stati nuovamente battuti dai nostri vicini, che temo non abbiano una mappa di ventosità troppo diversa dalla nostra.
Onore a Lazio e Marche che hanno incrementato il loro parco eolico di quasi 10 istallazioni rispetto alle nostre misere 2.
In tale rapporto, si cita l’Abruzzo come la sola regione che con 2 istallazioni in più rispetto al 2010 (Da 25  a 27)ha registrato un decremento di produzione di circa il 19%, i motivi non sono esplicitati e possono essere svariati.

Ragionando un po’ mi sono detta “ok, che la fonte eolica non è programmabile e possiamo avere un decremento di produzione perché, per esempio molto banalmente, non abbiamo ventosità adeguata, ma allora cosa ci fa sempre sul sito della Regione questo progetto “Powered: Project Offshore Wind Energy (Marzo 2011 per 36 mesi)[Budget 4.453.000 Euro]?”
L’Abruzzo sarà coordinatore del progetto insieme ad altri paesi europei che si affacciano sull’Adriatico.
Lo scopo è quello di stilare “un manuale delle buone pratiche” per la realizzazione di parchi eolici off-shore nel mare Adriatico, compatibili con la politica di pianificazione e conservazione.

Cliccando nel menù a tendina, tra i progetti pilota, ho notato che Noi Abruzzo ne abbiamo: zero.
Non tutti sanno che un’installazione eolica off-shore, è vero che riesce a produrre circa il 30% di energia elettrica in più rispetto ad una sulla terraferma, ma è anche vero che campeggia a pochi chilometri dalla costa… Lo scrivo perché ho notato (sempre sul sito), una grande attenzione  a preservare l’ambiente ed il territorio e non mi spiegavo come questo eolico off-shore si sposasse con una tale politica di attenzione.

Bioenergie (Biomassa e Biocarburanti).Vado cauta ed inizio con lo specificare cosa s’intende per biomassa. Essa è la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura, dalla pesca, dalle industrie nonché dalla parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani (Fonte GSE).

Partendo con il presupposto che la maggior parte degli impianti a bioenergie si trova nel Nord-Italia, Noi Abruzzo insieme alle Marche siamo la regione con la minore potenza istallata.

Quindi ricapitolando, nonostante l’attività agricola sia da Noi una componente molto forte, con una grande potenzialità per la produzione di bioenergie (ovviamente in termini di scarti, rifiuti e residui di origine biologica)…. siamo secondi (in peggio) solo alla Val D’Aosta con i nostri 41,7 GWh erogati.
Voglio specificare che una classifica di questo tipo, cioè sull’energia erogata, è influenzata dalle dimensioni di una regione e dalle potenzialità che ha in termini di fonte disponibile.
In più è indispensabile specificare che quel dato è riferito alla sola produzione elettrica: avendo  anche le biomasse un grande potenziale per la produzione termica, dovremmo affrontare il discorso anche considerando questo aspetto, ma non ho trovato dati disponibili in tal senso.

Sempre sul sito, ho notato che c’è un intenzione “molto velata” di abbracciare questa tecnologia ed in particolare 2 sono le voci:
1)“Valorizzazione delle biomasse”( che poi qualcuno mi spiega gentilmente, cosa vuol dire quando sul sito scrivono -“ creare filiere efficienti che possano consentire la definizione di linee guida atte a favorire la replicabilità su scala regionale”- ???Le biomasse non credo abbiano bisogno di essere valorizzate, forse l’intenzione è un’altra ma è giusto essere chiari). Forse vuol intendere la reperibilità delle biomasse, per cui serve costruire una filiera in termini di raccolta o in termini di apposite coltivazioni.
 La cosa che è certa è che in entrambi i casi, poi le biomasse vanno trattate, rese omogenee in termini di potere calorifico (PCI) e trasportate all’impianto….ma di questo aspetto non vi è alcuna traccia.

2)Progetto Biomethane Regions [Progetto Europeo a cui abbiamo aderito da maggio 2011 per 36 mesi].
Stato dell’arte: inesistente.

Quindi visto il burden sharing, diventa importante e urgente ridiscutere dei programmi regionali sulle fonti rinnovabili, andando ad esplorare le potenzialità disponibili ai fini della produzione di energia elettrica e, soprattutto, termica.  In più, il ruolo di una Regione è fondamentale nel rilascio delle autorizzazioni, non tanto per gli eventuali incentivi. La Regione dovrebbe quindi individuare le proprie potenzialità, valutare che impianti si possono realizzare o quali tipi di interventi si possono adottare e facilitare, per tali iniziative, l’iter autorizzativo. Infatti spesso è proprio l’iter autorizzativo regionale il principale ostacolo alla nascita di nuove iniziative, per effetto della frammentazione e delle tempistiche lunghe e, a volte, della mancanza di linee strategiche.

L’energia e il piano energetico per la nostra Regione, è elemento VITALE per restituire ossigeno alle realtà industriali in declino, per offrire forza-lavoro, per diminuire drasticamente la spesa pubblica, per restituire volume ai nostri portafogli.
Spero solo che… torneremo ad essere  uno specchio che ben “riflette” le esigenze nazionali, europee e soprattutto le Nostre… del nostro amato Abruzzo.
La burocrazia va resa più snella e veloce. In fondo come diceva un signore scapigliato “Bisogna rendere ogni cosa il più semplice possibile, ma non più semplice di ciò che sia possibile!
(Albert Einstein)



          

[Fonte: Rapporto Statistico GSE 2010-2011: Impianti ed energie rinnovabili]
 

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"il ruolo di una Regione è fondamentale nel rilascio delle autorizzazioni, non tanto per gli eventuali incentivi. La Regione dovrebbe quindi individuare le proprie potenzialità, valutare che impianti si possono realizzare o quali tipi di interventi si possono adottare e facilitare, per tali iniziative, l’iter autorizzativo. Infatti spesso è proprio l’iter autorizzativo regionale il principale ostacolo alla nascita di nuove iniziative, per effetto della frammentazione e delle tempistiche lunghe e, a volte, della mancanza di linee strategiche". Esatto cara Ing. Ciminà, esatto. La burocrazia a volte inquina più di un Inceneritore.
Copiano il comune di Bolzano, Per favore. Distinguiamoci.
Viva le donne. Mi piacerebbe conosce l'opinione dell'Ingegnere Ciminà sulle trivellazione in Abruzzo. Facciamo bene a impedirle. In Lucania hanno portato solo devastazione e poco lavoro. Che ci dice?
Complimenti sig.ra Ciminà, bella panoramica, mi permetto di aggiungere: 1) conosco imprenditori abruzzesi che, nella nostra terra, stanno utilizzando, per le nuove costruzioni, sistemi integrati (geotermia, fotovoltaico, solare termico, superfici permeabili per il recupero delle acque piovane, ecc...) in modo da costruire edifici in classe A, del tutto o quasi autosuficcienti dal punto di vista energetico; 2) conosco impenditori abruzzesi che, nella nostra terra, hanno investito nelle biomasse, pensando come se fossero il pubblico e quindi chiedendo autorizzazioni in zone industriali, reperendo il combustibile in filiera corta, chiudendo il ciclo con il riutilizzo del calore ( come sa nessuna di queste norme di buon utilizzo dell'energia rinnovabile è prescritta). Osservo che quando i primi si riviolgono agli uffici urbanistici, suggerendo sommessamente di prevedere incentivi non economici, ma burocratici, si sentono rispondere: ma ca è quasse, lu sulare? ma chi ci ti ha fa? La tristezza e che spesso tali risposte arrivano da tecnici, da laureati... Osservo che quando i secondi si rivolgono alla politica per contrastare il populismo, che allontana idee ed investimenti, ottengono in risposta solo assordante silenzio. A Bolzano sono austriaci, hanno lacultura dell'amministrazione e dello studio, noi, aimè, siamo borbonici, tutta qua la differenza.
Cara Susanna, l'Abruzzo, anzi, teramo, potrebbe risolvere parte della crisi del Ruzzo con l'uso dell'Idroelettrico. http://www.repubblica.it/ambiente/2012/05/11/news/mini_idroelettrico-34… Tutta sta a studiare. Forza, non vi fa male cari amministratori.
Di soliti non ci capisco nulla. O se so capit pure iiie. Grazie.
Ottime considerazioni! E ora le Regioni avranno un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi nazionali. Occorre rimboccarci le maniche e collaborare con tanto buon senso, a partire dal cercare di fare funzionare quello che c'è. Di leggi e norme ne abbiamo fin troppe ma le dobbiamo usare e far usare bene.
Cara Susanna, innanzitutto complimenti per la freschezza dell'esposizione che rende gradevole un'argomento alle volte molto complesso, poi ti faccio i complimenti documentata, puntale ed attenta della situazione energetica regionale. Mi auguro che le autorità competenti e gli enti preposti manifestino lo stesso entusiasmo che tu profondi e che diano il via ad un progetto concreto. Un caro saluto.
Complimenti Susanna! Articolo interessante e considerazioni quanto più condivisibili. Sarebbe bello poter contribuire al miglioramento della nostra regione. Intanto, ottimo lavoro per il quadro della situazione, le informazioni utili e gli spunti di riflessione che hai saputo fornire. Un saluto.
Fa bene sentire un pò d' aria fresca, ci vorrebbe anche nella nostra regione, e vorrei dal cuore che diventasse il fiore all' occhiello dell' Italia, partendo da idee nuove e futuribili come questa, non ci resta che corciarsi le maniche per attuare il cambiamento insieme, grazie Susanna e spero dia da sprono per tutti.
Grande Cuoranna Mi chiedo se: - la curiosità, il dibattito la riflessione, lo stimolo che un articolo di grande coscienza e responsabilità, scritto in modo schematico e pulito, basti a creare una leva di cambiamento che forzi la stasi e l'immobilismo che ci caratterizza.. (Sicuramente e' il primo passo) Del resto sono convinto che la classe politica non sia così estranea a questi tipi di ragionamenti, o meglio a questo tipo di conoscenza. Ma la presenza di fili spessi e poco invisibili, fanno si che, le proposte e le iniziative vengano taciute o rallentate. Prevale lo status quo, perché cambiare necessita un salto 'energetico' ed una ridistribuzione della torta. Al nostro futuro, Un forte abbraccio Dott Alfonsi Tiziano.
Permettiamoci di aggiungere alcune semplici quanto stupide quanto banali quanto folli considerazioni: 1) il fotovoltaico è andato soprattutto per gli incentivi in conto capitale. Dico soprattutto e non soltanto per scaramanzia in attesa della fine dei contributi diretti, con la sola detrazione fiscale si vedrà. 2) il risparmio energetico è finora andato discretamente grazie alla detrazione fiscale. 3) è facile prevedere il boom di rinnovabili non fotovoltaiche, visto il persistere degli incentivi. 4) i progetti della Regione sono quasi sempre dei pezzi di carta intrisi di paroloni, utili per intercettare i finanziamenti dei bandi europei. Poi che fine fanno gli euro così arrivati mi sfugge, e i rendiconti spesso sono altri fogli di carte intrisi di paroloni più che di cifre immediatamente verificabili. 5) alla fine del circo, i cittadini vanno sulle rinnovabili e sul risparmio energetico se il loro portafogli li consiglia in tal senso, molto raramente si muovo per spirito antropologico, per conservare l'ambiente e per evitare l'inquinamento. Semplicemente, se ci sono questi effetti "a latere" tanto meglio. Sempre alla fine del circo, i tecnici lavorano laddove chiamano i cittadini. I burocrati? Sorvoliamo, che è meglio!
Spettabile Ing. Ciminà ho letto con molto interesse il suo articolo e sostanzialmente, senza entrare nel merito della specificità della Regione Abruzzo, le sue considerazioni , potrebbero tranquillamente essere estese a qualsiasi regione, quindi riassumibile a livello nazionale. Lavoro da 16 anni per la pubblica amministrazione e grazie a ciò ho potuto vedere gli enormi sperperi specie a livello di consumi energetici. Dove sta il problema? purtroppo dal mio punto di vista assolutamente personale, non c'è sufficiente cultura personale né soprattutto competenza nei ruoli e dei ruoli; e mi limito a fare piccoli esempi di vita quotidiana. Anno solare 2013 complice sempre il mio lavoro (V.V.F.) denoto ancora gente al cellulare mentre guida senza relativi dispositivi di sicurezza, oppure invito tutti a vedere ciò che accade nel cantiere del vicino... no-comment! E parliamo allora di piani energetici regionali? Sempre con l'umiltà di un'opinione ci vorrebbe ciò che l'esperienza di altri fornisce: stile "Cane di Pavlov" (wikipedia ci dà una mano) basterebbe educare ..con il premio; tante aziende utilizzano questi sistemi per ridurre gli infortuni sul lavoro e questo sistema potrebbe tranquillamente essere esteso per gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Tornando alla questione del Burden Sharing ci vorrebbe una sorta di meccanismo snello che direbbe sostanzialmente questo.. tu regione spendi bene la tua energia e io stato ti detasso.. (con l'incentivo vedi quanta gente corre...specie di questi tempi). Poi per concludere manca la parola magica: "umiltà" .:che sia assessore politico regionale o nazionale basterebbe fare una cosa semplice guardare chi ti sta vicino e chiedergli:" Scusa ho questo problema tu come l'hai risolto?" Ogni regione ha i suoi punti deboli e punti forti il problema è che non vogliamo nè sappiamo guardare al di fuori dei nostri confini, sia regionali che nazionali. L'energia rinnovabile è una risorsa che è ancora ingabbiata in cavilli burocratici, legislativamente prodotta da chi non sa e non ha affrontato mai le questioni dalle sue radici... ma non è tutto nero: vedo giovani laureati e soprattutto laureate (femminista convinto le donne hanno più capacità di mediazione degli uomini troppo legati al potere) che stanno cercando con il loro entusiasmo e competenza di far cambiare le cose in questa nazione e nella loro terra d'origine.
Complimenti Ingegnere Susanna Ciminà, ci vorrebbero più giovani come Lei, competenti e volenterosi, a smuovere le Regioni e Politici ma sopratutto le Autorità competenti nel pianificare e gestire permessi ed autorizzazioni in tempi molto ridotti e a sbloccare anzi eliminare... la burocrazia che è un meccanismo da oliare.... che è il dramma dell'Italia. Mi è piaciuta molto la sua esposizione della situazione energetica in Abruzzo, ma ci sarebbe da fare molto di più sull'esistente... Le faccio una domanda, sa come si chiama la più grande centrale elettrica al mondo??? si chiama: Risparmio Energetico!!! Da applicare non solo nelle abitazioni civili e stabili della P.A. ma sopratutto nella sostituzione ad es. nelle industrie, dei vecchi motori con nuovi ad altissima efficienza e a bassi consumi energetici! Motori che si trovano ovunque, per la movimentazione, pompaggio, ventilazione, ecc... i finanziamenti per la sostituzione ci sono ma non vengono molto pubblicizzati ed utilizzati per la sostituzione. Nel mondo se si sostituissero tutti i motori elettrici si chiuderebbero un paio di centrali nucleari, o parecchie a carbone o a petrolio rispettando l'ambiente senza emettere grandi emissioni di CO2. Io Le indicherei di puntare molto verso i Bio carburanti e la mobilità elettrica, sui pannelli solari termici, che creerebbero posti di lavoro dal contadino all'industriale. io mi fermo qui ringraziandoLa a continuare e a coinvolgere quante più persone a migliorare l'ambiente con le energie rinnovabili. Saluti Ludovico Bonfiglio
Molto bene Ing. Ciminà, da abruzzese noto che ha sollevato una questione fondamentale sia per coloro che amministrano la nostra regione sia per coloro che da cittadini si aspettano di essere bene amministrati. Fortunatamente, anche se i numeri non premiano questa regione, viaggiando per l'Abruzzo ho avuto modo di vedere che qualcosa si è mosso in termini d’investimenti in energie alternative o di miglioramento dell’efficienza energetica, solo però grazie all'iniziativa dei singoli (pubblici-privati) che hanno intrapreso investimenti in questo ambito al di là delle indicazioni di un piano regionale. Io spero che queste sue parole possano arrivare lontano e sollecitare amministratori e governanti che ancora latitano oppure incuriosire e stimolare anche coloro che ancora sono incerti o non conoscono ancora bene questi temi così da poter vedere crescere a vista d'occhio impianti solari sui tetti delle case private e degli edifici pubblici ma anche recupero di biomasse (per esempio delle aziende agricole) o diffusione di geotermia per uso domestico. Non sono molto d’accordo sulle distese di pannelli solari al posto dei campi coltivabili ma fortunatamente questo è un fenomeno che si è arrestato con la drastica diminuzione degli incentivi. Ricorrere alle rinnovabili deve essere fatto nell’interesse di tutti e per la salvaguardia dell’ambiente: non ha senso che ci si arricchisca in pochi a danno delle aree coltivabili così preziose per la nostra sopravvivenza. Siamo già stati danneggiati abbastanza da industrializzazione, cementificazione e idrocarburi. La politica è miope ma la politica include anche noi cittadini e non solo chi ci amministra quindi ritengo fondamentale, per ottenere un cambiamento, che quello che qui diciamo e pensiamo dobbiamo condividerlo e concretizzarlo nella vita di tutti i giorni. Ognuno con le sue possibilità: dal cambiare gli infissi per consumare meno gas d’inverno al mettersi i pannelli per ottenere energia solare. A volte è difficile e cavilloso però se ci si arma di pazienza si possono ottenere risultati che si ripercuotono sulle tasche del singolo ma anche sul benessere della comunità tutta. Quindi per concludere: sono molto fiduciosa nell’evoluzione dei singoli ma meno fiduciosa nell’evoluzione di coloro che ci amministrano. Credo che sia molto difficile che l’abruzzo nell'immediati si doti di un piano energetico quando neanche il governo italiano è riuscito a fare un piano strategico innovativo. Questo perché dietro la gestione dell’energia si nascondono interessi enormi che remano contro le rinnovabili semplicemente per il fatto che, così come è ora, la gestione energetica è monopolio di pochi enti che ne ottengono enormi profitti, mentre se si incentivasse davvero un passaggio alle rinnovabili con relativa democratizzazione della gestione dell’energia, gli utili si ripartirebbero su tutta la comunità e non tornerebbero nelle mani dei pochi che attualmente ne traggono profitto. Molti politici sono asserviti a questi interessi e quindi possiamo ben capire perché invece di pensare a un buon piano energetico i governanti della nostra regione spalanchino le porte all’eni per trivellare le nostre amate coste. L’unica arma che abbiamo per scardinare queste detestabili logiche di potere è parlarne, denunciare, capire bene chi si va a votare e non votarli mai più se si ha anche solo il sospetto di poca chiarezza. Purtroppo ognuno guarda il suo orticello e finché non usciremo dall’individualismo becero in cui ci siamo ficcati e non ci sentiremo parte di una comunità di cittadini che condivide storia, risorse e quant’altro allora non possiamo che meritarci questo tipo di governanti e di politica. Non voglio fare di tutt’erba fascio però ogni giorno quando mi guardo in giro vedo e sperimento con tristezza che noi italiani siamo ancora un popolo lontano dalla “civiltà” come si è giustamente osservato in uno dei post e quindi mi chiedo da dove arriveranno mai coloro che ci possono bene amministrare? Forse abbiamo bisogno di trasfusioni di sangue Bolzanino o austriaco? No abbiamo bisogno di continuare a discutere, studiare e informarci. Grazie quindi Ing. Ciminà per averci radunato qui a parlarne. Se tutti noi, come lei, ci impegnassimo a portare il dibattito nella vita di tutti i giorni per sensibilizzare quante più persone possibili allora si darebbe vivo aiuto allo sviluppo della coscienza civile. Cominciamo quindi dal nostro impegno adesso, così magari tra 50 anni avremo finalmente un piano energetico. Se ci scoraggiamo allora anche noi non possiamo che considerarci beceri individualisti: manteniamo vivo il sogno e il cambiamento avrà terreno per farsi strada… e almeno ne godranno le generazioni future a cui non si pensa più molto.
Son benfelice di vedere che in questa nazione ci sono persone che credono in quello che hanno scelto di fare e per questo hanno messo in gioco la propria esistenza ben sapendo che lo hanno fatto in un momento storico che cammina guardando indietro. Non siamo mai stati troppo teneri con i nostri giovani; non abbiamo mai riposto in loro fiducia. Bisogna tenere conto che abbiamo sempre avuto la politica che ha pensanto a tutto e per tutti con il solo risultato di creare consumismo e deresponsabilizzazione.E' giunto il momento di rimettere in discussione le nostre certezze e sicurezze ( che spesso sono poggiate su strutture di sabbia asciutta). Ebbene, cara Susanna fai benissimo a monitorare l'attività della politica regionale in materia di risorse energetiche. Sappi una cosa i politici nostrani non sanno cosa fare in questa materia perchè è qulacosa di nuovo e sconvolgente che ne hanno probabilmente pura. Si trovano molto meglio a gestire la Sanità.. dove le sorprese sono modeste. Immagino il governatore che si adoperi per conoscere una materia nuova.. chissà dove può prendere la professionalità necessaria.. molto meglio le poche cose che si conoscono. Secondo me, in linea di principio, la politica in questo momento storico dovrà ripensare, suo malgrado e senza indugio, il suo ruolo per il futuro e deve mettere la COMPETENZA dove serve competenza. Sarà un processo lungo, ma ripeto, a questo punto irreversibile. Abbiamo delegato per troppo tempo ad altri le decisioni sulla nostra vita ed è per questo che siamo al punto di non ritorno. L'unico aspetto positivo delle grandi crisi e della sofferenza che esse generano e che, come per una malattia epidemica, alla fine emergono i migliori ed i più forti. Questo solo per cambiare finalmente rotta e rimettere al primo posto io valgo e sono.. e non sono..e valgo. Io sono pronto a rimettermi in discussione e assecondare le istanze di forze giovani e fresche che hanno visione del mondo diversa e probabilmente migliore. E poi scusa, ma vogliamo dircela tutta perchè non portiamo questi quattro politici da strapazzo a vedere come funziona il geotermico in Toscana o le biomasse in Trentino solo per vedere la faccia che faranno?
Cara Susanna, le tue idee sono da me condivise. Dovresti portare la tua conoscenza ai livelli delle classi dirigenziali in modo da cambiare il sistema. Concordo su tutto e mi fa piacere che continui a coltivare interesse per la tua terra. Complimenti e un saluto