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Il Governo e le Asl distruggeranno i medici di base

7 minuti

Prossimamente ci sarà una grande bella novità per  i cittadini italiani perché essi avranno a disposizione 24 ore su 24 la assistenza del medico di base. Questo hanno capito i cittadini in base a come televisioni e giornali, preoccupati solo di fare propaganda al Governo, hanno presentato il Decreto Balduzzi sulle cure primarie che il Governo Monti-Bersani-Berlusconi-Casini ha approvato tre mesi fa.
In teoria, l’obiettivo di questo decreto è migliorare l’assistenza medica di base, ridurre l’afflusso al Pronto Soccorso e ridurre i costi della sanità. La verità è esattamente il contrario e lo dimostrerò di seguito.

La prima falsità riguarda il numero delle ore che non sono 24 ma solo 12, perché le ore notturne e festive saranno coperte dalla Guardia medica, esattamente come adesso, e quindi non è una novità. Durante le 12 ore diurne dalle 8 alle 20 i pazienti continueranno come prima ad andare dal proprio medico di fiducia, oppure potranno andare da uno dei medici che fanno parte della associazione locale dei medici di base. Ma allora la grande novità dov’è? La novità è che ci sarà una nuova e lontana struttura sanitaria – una ogni 25 mila abitanti circa – dove il paziente può andare quando lo studio del proprio medico di fiducia è chiuso.

In questa nuova struttura chiamata UTAP oppure NCCP lavoreranno a turno i medici di base oltre al lavoro svolto nel proprio studio privato per i propri pazienti.   Apparentemente sembra un affare per i pazienti, ma non lo è perché una UTAP ogni 25 mila abitanti significa che nei paesi, in campagna e in montagna, dove la densità abitativa è bassa, il cittadino dovrà fare decine e decine di Km per arrivare alla mitica UTAP, dove troverà un medico che non lo conosce e che lui non conosce e non è di fiducia; il medico quindi, non conoscendo il paziente, farà la cosiddetta medicina difensiva, cioè ordinerà più analisi ed esami per la sua (del medico) paura di sbagliare e di essere denunciato; quindi ci sarà un aumento inutile della spesa sanitaria.

Per quanto riguarda Bellante, noi medici di base di Bellante saremo ingiustamente costretti a lavorare 6 ore per ciascuno alla settimana nella UTAP di Mosciano Sant’Angelo: tempo ed energie che dovremo per forza togliere all’assistenza dei nostri pazienti di Bellante. Questo comporterà un peggioramento dell’assistenza sanitaria di base, cioè il contrario dell’obiettivo dichiarato dal Governo e dall’Asl.

In sintesi, con l’istituzione delle UTAP il Governo e le Asl distruggono le due caratteristiche che fanno della assistenza medica di base italiana una delle migliori al mondo:
    1.    La diffusione capillare su tutto il territorio degli studi medici  e quindi vicini ai pazienti.
    2.    Il rapporto di fiducia medico-paziente basato sulla libera scelta.

Le UTAP invece si allontanano dai pazienti e i medici che vi lavorano non sono di fiducia.
Secondo il progetto della Asl di Teramo ai cittadini bellantesi, come sempre maltrattati, toccherà andare nella UTAP situata a Mosciano Paese. Allora la domanda è: per quale motivo un bellantese dovrebbe andare a Mosciano Paese, per una ricetta o una visita fatta da un medico che neanche lo conosce?
Se la persona si sente molto male è meglio che vada la Pronto Soccorso. Se non si sente molto male può contattare telefonicamente o aspettare il proprio medico di fiducia; quindi nessuno o quasi usufruirà di questa lontana, costosa e inutile struttura sanitaria.

D’altronde, già da molti anni c’è la possibilità di andare da un medico associato diverso dal proprio medico di fiducia, ma conti alla mano pochissimi pazienti in questi anni ci sono andati, nonostante lo studio medico fosse vicino e a portata di mano, figuriamoci tra poco quando dovrà fare una decina di chilometri per raggiungere Mosciano. Così fallirà l’obiettivo dichiarato di alleggerire il Pronto Soccorso allo stesso modo come lo stesso obiettivo è miseramente fallito dopo la istituzione, dieci anni fa, delle associazioni mediche in rete dei medici di base.

Quando ci costano le nuove strutture chiamate UTAP e NCCP? Tantissimo! Le UTAP presenti sul territorio nella provincia di Teramo saranno 7: Atri, Montorio al Vomano, Teramo (2 sedi) Mosciano Sant’Angelo, Martinsicuro e Sant’Egidio alla Vibrata. La Asl di Teramo spenderà 5 milioni di euro solo per l’allestimento: mobili, computer, telefoni, connessioni telematiche a cui dovranno essere aggiunte anche le spese mensili per il funzionamento delle sette strutture: pulizie, assistenza telematica, bollette di acqua, luce e telefono, eccetera.

Tutto ciò è scandaloso e assurdo: mentre i cittadini vengono “spennati” dalla Asl di Teramo con un “pizzo” di dieci euro per ricetta oltre al ticket, mentre i malati sono costretti sempre di più a comprare di tasca propria dalla sanità privata quello che la Asl ha tolto e continua a togliere, mentre la Asl di Teramo chiude reparti ospedalieri indispensabili, taglia i posti letto fino a portarli molto al di sotto della media europea, non compra strumenti tecnologici avanzati per gli ospedali (risonanza magnetica, ecografi, eccetera) svuota gli ambulatori territoriali di medici specialisti, riduce e impoverisce i consultori familiari, mentre, in sintesi, massacra la sanità pubblica spreca la bellezza di 5 milioni di euro per mettere su un carrozzone non solo inutile ma pure dannoso per i cittadini.

La modesta proposta di chi come me fa il medico di base da 30 anni a Bellante è molto semplice. Invece di queste fughe in avanti verso la deresponsabilizzazione del medico propongo, anche in linea con la filosofia della Slow Medicine attiva ormai da più di un anno in Italia:
   
    1.    Aumento dell’orario minimo di apertura dello studio del medico di base. Attualmente l’orario minimo di un medico massimalista è di 15 ore settimanali, andrebbe portato almeno per 20 ore.
    2.    Deve essere ridotto il numero massimo di pazienti per ogni medico di base, attualmente di 1.500 che, per esigenze della medicina moderna sono troppi e non permettono di lavorare bene.
    3.    Diminuire l’afflusso di pazienti al Pronto Soccorso con la reperibilità telefonica obbligatoria del medico di base dalle ore 8.00 alle ore 20.00. È incredibile, ma attualmente il medico di base non è obbligato per contratto a rispondere al cellulare fuori dall’orario di ambulatorio. Tanti pazienti vanno al Pronto Soccorso perché non riescono neppure a parlare con il proprio medico di base, il quale non fa da filtro come dovrebbe. Molti medici non danno ai loro pazienti il numero del proprio cellulare.
    4.    Aumentare la produttività del Pronto Soccorso, dotandolo di più personale, più strumentazione tecnologica, più ecografie etc. etc.

dottor Raffaele Antonietti

Consigliere comunale Bellante

Movimento Arancione “Cambiare si può”
 

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Commenti

Bravo, a questo Antonietti, che da come era partito pensavo volesse andare a parare altrove. All'inizio il mio pensiero era andato al mitico " Medico della mutua" del grande Albertone nazionale. Invece mi sono ricreduto, la sua "modesta proposta" finale mi sembra piena di buon senso.
Come possiamo andare avanti se in una Paese i Medici di Base che fanno orario di ufficio, dove si fanno pagare per un certificato di sana e robusta costituzione, si lamentano? Onestamente non sto più capendo.
Anch'io, come il sig. 'Esperto' pensavo che il dr. R. Antonietti 'da come era partito andasse a finire altrove'... meno male che non è stato così... Per lavoro ho indirettamente a che fare con il problema suscitato nell'articolo... e siccome non intendo appesantire la questione, ma renderla la più concreta possibile, do un contributo: - credo che se i soldi delle UTAP non si è già iniziati a spenderli, il dottore in questione, avendo anche un impegno politico, dovrebbe e potrebbe urgentemente attivarsi, proporre l'alternativa alla Regione ed evitare lo sperpero di denaro pubblico; - credo che (non so lui, non lo conosco) troppi, ma dico davvero TROPPI medici 'di famiglia' non fanno affatto, né con piacere e né con dovere il loro lavoro! CONFERMO che neppure forniscono del proprio recapito cellulare i pazienti e quando lo fanno non rispondono ... A onor del vero pochi 'esemplari' fanno il loro dovere e nuotano davvero contro corrente; - il ricorso al pronto soccorso ospedaliero diventa perciò inevitabile per i pazienti senza alternative; - se i medici curanti (di certo non malpagati) facessero il loro dovere, aumenterebbero i contatti con i propri pazienti anche come educatori sanitari. Di conseguenza ne diminuirebbero le ansie e gli inutili ricorsi alla struttura; - le UTAP non servono SE i medici avessero non solo la buona volontà, ma l'obbligo dalla Regione (e senza ulteriori costi) ad organizzarsi in rete (es. consorziandosi) perchè i loro pazienti abbiano SEMPRE un medico rintracciabile nel loro territorio (e considerata la situazione finanziaria in cui versiamo, credo abbiano abbondantemente modo di sopravvivere economicamente a questo sforzo di 'compensazione' di tanto vergognoso e cronico disimpegno - non me ne vogliano i pochi virtuosi, li apprezzo molto e li apprezzano i loro pazienti ... ma, come in ogni professione, ci sono sempre quelli che 'rovinano' la categoria e di brutto!); - la Guardia Medica, ripropone il copione dei pochi virtuosi e molti indecenti! Troppi non hanno evidente alcuna voglia di lavorare, fanno questo lavoro solo per 'arrotondare le entrate', lo fanno male e non contribuiscono affatto ad allegerire il ricorso ai pronto soccorso ospedaliero! Vi assicuro che molti fra loro approfittano del fatto che il cittadino fa ancora molta fatica a rivolgersi alla giustizia ed approfittano della sostanziale assenza della Asl nei controlli sulla continuità assistenziale! Trattano male i pazienti, anche per indurli a non ricorrere a loro, si rendono irreperibili, lavorano male ed in evidente malavoglia (omissis). Mi fermo, vi risparmio una incresciosa lista di abusi che meriterebbe invece un pubblico manifesto e la denuncia alla magistratura oltre che ad inutile ordine dei medici; - l'area attigua ai pronto soccorso ospedalieri, i distretti sanitari, i poliambulatori (o anche gli stessi ambulatori dei medici) potrebbero essere benissimo sedi ambulatoriali di servizio 'in rete' dei medici consorziati ed assicurare OGNI giorno, per OGNI ora del giorno un medico reperibile e raggiungibile per assolvere a tutto ciò che non richiede affatto il ricorso al pronto soccorso ospedaliero o addirittura all'ambulanza! Mi fermo qui per ora... ma spero di cuore che i medici virtuosi innanzitutto, e poi ovviamente gli amministratori ed i pochi buoni politici (visto che comunque siamo TUTTI potenziali pazienti) si attivino per evitare lo sperpero dei NOSTRI soldi nelle UTAP, ma creino una rete alternativa seria ed efficace... è URGENTE!!!
Innanzitutto complimenti al dottor Antonietti per averci messo la faccia in questa problematica, io ho alcune considerazioni da fare, in maniera sparpagliata così come mi vengono in mente. I medici di famiglia sono per lo più oberati di lavoro e spesso non riescono neanche ad accogliere il paziente e prestargli la giusta attenzione, a parlarci , si a “parlarci” e spesso solo con il parlarci , con lo spiegare loro le cose si potrebbero evitare esami, visite ed intasamenti nei pronto soccorso, quando riescono a visitare e a parlare con il paziente ( dico sempre PAZIENTE perché ci vuole pazienza a sopportare tutto ciò a cui il paziente va incontro , (basti pensare alla burocrazia!) e ai 10 euro a ricetta, se necessario, prescrivono esami e/o indagini diagnostiche, che spessissimo vengono prenotati in tempi lunghissimi e fanno perdere di vista l’iter diagnostico e vanificando l’impegno e la professionalità del medico (là dove esiste!). Per la guardia medica ci vorrebbe la polizia di stato per mandare in galera chi non assiste i pazienti e premiare coloro che fanno il proprio dovere! Attivare, per la ricetta, modalità più snelle nel caso di terapie ripetibili, o a lungo termine, anche attraverso collegamenti con le farmacie , per evitare le lunghe ed inutili file negli ambulatori dei medici di base, che tolgono tempo ai pazienti più bisognosi. Altro problema è la medicina difensiva, ma questo è un punto molto ampio che abbraccia tante sfaccettature. In aiuto ai medici di famiglia sarebbe molto auspicabile affiancare l’infermiere di famiglia che potrebbe risolvere molte situazioni particolari, è anche auspicabile avere l’infermiere nelle farmacie. Dare ai medici di base, magari in associazione, la possibilità di avere dei strumenti di laboratorio multiparametrici (check point), la possibilità di prenotare on-line esami, visite ed indagini , anche per rendersi conto in quanto tempo potrebbe completare il suo sospetto di diagnosi. Altro punto importante è avere e cercare il contatto con i medici ospedalieri per confrontarsi sul sospetto diagnostico, che darebbe più conoscenza e circolazione di idee, eventualmente per non ripetere prescrizioni diagnostiche inutili. Per alleggerire i pronto soccorso istituire , almeno per i codici bianchi corsie separate gestite da infermieri appositamente preparati (see & treat). Preparare e formare, dotandoli di protocolli operativi e atti medici delegati, gli infermieri delle ambulanze senza la presenza del medico a bordo, perché altrimenti i pazienti vengono accompagnati quasi sempre al pronto soccorso! Troppa roba? Ma almeno qual cosina cominciamola a fare! saluti