Che dire? Nulla, Teramo ha perso il treno. Tralasciamo la stazione del capoluogo, oramai copia di una pensilina del bus. Una vergogna.
Parliamo dei servizi ferroviari.
Non si potrà neanche più lasciare il proprio amore in corsa, con quelle scene epiche, romantiche da romanzo di appendice. Nulla di tutto questo. Una freccia bianca alle spalle, la riserva dei treni veloci. La stazione di Giulianova saltata come il gioco della campana a piedi pari. Per noi solo vecchi espressi o ristretti senza sapore.
Una volta, pochi anni fa, si fermavano tutti i treni. C'erano capistazione vestiti con l'altra uniforme e si pensava a un ristorante. Ora è tutto una ridotta e una serie di facce tristi. Un viaggio per Bergamo, Milano, senza i soliti rituali dei treni a lenta velocità, che rendono un valzer degli addii, un quasi ora non parto più per noia, ci vede parte lesa. Pescara o San Benedetto. Un lunghissimo check-in. Si parte da Teramo almeno un'ora e mezza prima, per evitare code o incidenti lungo il tratto stradale. Sul treno gli abruzzesi, caro Ass. Morra, la invocano con una certa frequenza. Una sorta di icona da omaggiare per ogni minuto, buca, foratura, accidenti giornaliero. Per ogni paese senza nome che si omaggia in terra Marchigiana e Romagnola, come schiaffo alla nostra identità teramana. Tavoli tecnici dalle gambe corte.
Lei è fortunato. Il suo nome è nella storia come il trenino Lima...Lama, occhio agli effetti collaterali.
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Grazie ai nostri assessori Teramani la città va sempre peggio non hanno la capacità neanche di salvaguardare le poche cose rimaste. Non me la prendo con loro ma con chi gli da ancora retta.