“Come faremo a vivere senza di lei?”.
Questo, ieri, ci chiedevamo tra i tanti amici in attesa fuori dalla Rianimazione.
Eravamo sbigottiti, come dopo aver preso uno schiaffone in pieno volto, tanto improvviso quanto inaspettato.
Stretti insieme per farci forza l’un con l’altro, l’idea della sua morte era comunque insopportabile.
Se n’è andata così, in un batter di ciglia, una donna che a Teramo era praticamente un’icona.
Tu dicevi “sai, Cesira…” e tutti sapevano chi era, tutti erano stati suoi ospiti almeno una volta, tutti avevano in qualche modo avuto a che fare con lei.
Niente mezze misure con lei! Sapeva essere dolcissima e feroce, era una tigre e un orsacchiotto, era una che si notava, una che c’era, sempre e per tutti.
Se eri malato, lei era la prima a venirti a trovare e a portarti un regalo, se eri triste sapeva rincuorarti, se eri felice sapeva partecipare della tua gioia, se ti doveva rimproverare lo faceva senza mezzi termini.
Si litigava, con Cesira. E dopo cinque minuti era passato tutto. Nel coacervo di contraddizioni che ogni donna racchiude in se stessa, Cesira era moderna, progressista, tecnologica e – al contempo – legata indissolubilmente alle tradizioni della sua terra, quella Nerito dove tornava sempre, così intrisa dei valori tipici della gente di montagna: lealtà, solidarietà, accoglienza, caparbietà. Una leonessa, l’architetto D’Innocenzo, nella sua professione e nella sua quotidianità di donna e madre. Ora, dunque, come vivremo senza di lei?
Non lo so, ma sarà dura.
Ci ha lasciato con un coup de théâtre e, d’altra parte, non ci saremmo potuti aspettare diversamente da una come lei. Noi, che l’abbiamo tanto amata, però, non la lasceremo andare veramente mai. Lidia Bocci La cerimonia di saluto a Cesira si terrà domani pomeriggio ( Lunedì 9 Gennaio) alle 17:00 presso la “Casa del Mutilato” in Piazza Dante a Teramo.
Sarà trasferita lì dall’obitorio dell’ospedale, nella tarda mattinata di domani e la sala resterà aperta fin da quel momento, per chi la volesse omaggiare della propria presenza.
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