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Dodo e il saltarello delle poltrone...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Erano le sei del mattino.
Viale Bovio.
Chiacchieravo con don Carletto in attesa dei giornali.

La carta ha il sapore del tempo che passa.
Sa di fresco.
Appena arriva come la pasta all'uovo o di crema.
Diventa giallognola e stantia il giorno dopo.
Per un attimo si toccano come in una folle esclisse.
Corrono le notizie nuove e vanno via le vecchie.
Sole e luna si amano ma non si baciano.
Resistono per tenere alta la tensione della passione.
Immortale amore.
Si guardano con supponenza ma regna l'impotenza di una fine da locandina.
La carta stampata si potrebbe salvare e tornare a essere la vera informazione, se facesse ogni giorno l'approfondimento che manca sul web.
Altra storia.

Carletto era nervoso.
Le 6 e 10 quando esce in bici una signora anziana.
Aveva un fazzoletto in testa, il letto forse disfatto per la fretta e la retta via.
Non aveva freddo ma si teneva il lembo del cappotto che proteggeva una gonna rigida e inamidata.
Era a favore di vento ma l'odore di cucina imperava come uno sbuffo da pressione.
Mokami.
L'affetto per il caffè.
Dietro un carrello da spesa.
Stretta ai suoi pensieri.
Tanti, ma a chi interessano?

La politica?
Deve tornare a fermare la gente.

Deve fare domande.
Quel punto interrogativo che sa di abbraccio.
Di presenza.
Di interessamento.
Di cultura.

A Teramo pensano a finanziare una manifestazione sul saltarello, mentre Dodo, il mio amico Alfonso Di Sabatino Martina, continua con il manuale Cencelli a chiedere il giusto numero in questo circo.
Il cerchio si stringe come un cappio al nostro collo.
La signora era arrivata a piazza Garibaldi con l'inerzia dei suoi anni.
In discesa.
Dodo non sa che Gatti non firmerà mai la sua candidatura a sindaco?
Si, lo sa.
Dodo non sa che Tancredi potrebbe promettere ciò che non confermerà?
Si, lo sa.
Dodo non sa che il sindaco BRucchi lo trova bellissimo solo perchè gli mantiene acceso il cerino?
Si, lo sa.
Dodo non sa che D'Alfonso gli prometterà tutto ciò che Dio ha fatto in sette giorni?
Si, lo sa.
Dodo non sa che voleva una Giunta a sei e di qualità?
Si, lo sa.
E allora?
Un posticino in giunta, forse in Fondazione, tre chili di carne macinata per le polpettine, odori quanto bastano, un buono per il carburante, due punti per il doppio flacone di detersivo, due chili di gel per i capelli del sindaco, tre salti con il saltarello da 57 mila euro.

La signora è tornata in bicicletta.
La salita era spedita.
Questa volta la mano spinge sulle ginocchia, pressa la gamba e il cappotto si apre di vestaglia da notte.
Contro vento senza mento.
Il pentimento di chi abbassa la testa. 
Nessun segreto.
Aveva raccolto quella legna che riempiva il carrello.

Era caduta una pianta.
Vicino alla villa comunale.
Il marito l'aveva segata e di giorno la vergogna illumina i volti.
Ecco, a chi interessa?
Meglio il saltarello delle poltrone, meglio la distanza dalla propria gente, meglio i tavoli tecnici.
Una piccola richiesta.
Fate presto, per favore?
Nel frattempo a Teramo non  sta accadendo nulla. 
Tranquilli.
Va tutto bene.
Qui la dignità è l'ultimo tricolore senza colore.
Il nostro. 




 

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Commenti

Fantastico Gianca!!!!!
Resta il fatto che rimane "tuo amico" (ironico?) Perche? Io da certi amici ho preso le distanze. Ma. . . aè simbr cazzatù.
Dodo applica il manuale Cencelli è vero Dodo lo dovrà applicare anche alle prossime elezioni amministrative e questo è un augurio..... Finanziare una manifestazione sul saltarello mah!......sa di campagna elettorale. Proposta: Facciamo una manifestazione sul Birdwatching? Ovviamente senza onanismo elettorale
Se si possiede "un'ottima favella" ...tutto ti è possibile nella Teramo bella. Citazione del Presidente dell'ANM Davigo: «I politici continuano a rubare, ma non si vergognano più». Non posso mettere la mano sul fuoco per la prima parte della frase, ma sicuramente la posso mettere per la seconda.
Basta aspettare qualche giorno.....tutti nel PDr. Senza essere blasfemo:Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.