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Non ho paura del gender… ho paura del gender che è in voi!

di Alessio D'Egidio
7 minuti

Montanelli docet. Ve lo ricordate? Scriveva qualche anno fa: “Non ho paura di Berlusconi ma del Berlusconi che è in voi”. Mi perdonerà dal Purgatorio – trattasi, a mio giudizio, di un lavoro ancora lungo per lui – se gli rubo la citazione.Leggo, con attenzione, la lettera aperta scritta dalla Commissione Pari Opportunità. In prima battuta, non volevo intervenire ma, alla seconda e più attenta rilettura, mi sono sentito chiamato in causa. Chiarisco: in primis perché si fa esplicito riferimento alla legge 107 – la Buona Scuola – per intenderci; in secundis perché sono un insegnante di filosofia e quindi avvezzo a trattare temi etici o, se vogliamo, “sensibili”, insieme agli studenti.

Vado per ordine: la legge 107 è un calderone magmatico. Non è mio costume sputare nel piatto dove mangio. Infatti è grazie a questa legge se dopo 10 anni di precariato sono potuto entrare in ruolo nella scuola pubblica. Ma è anche grazie a questa legge se oggi, dopo dieci anni di insegnamento, mi ritrovo ad essere un supplente etichettato dal parolone (privo completamente di significato) di “potenziatore”.
Non è affatto una “buona scuola”. È semplicemente una grande “marchetta” amministrativa e politica fatta passare per norma rivoluzionaria. Ma non è questo lo spazio per aprire un dibattito in merito. Viceversa, le consigliere di parità hanno citato nello specifico il comma 16 della suddetta legge, ed è a tal proposito che si declina l’aggettivo “magmatico”. Scrivere, infatti, come fa il legislatore, che “il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori”, significa molto genericamente dire tutto e il contrario di tutto. In questo comma, infatti, oltre alla genericità non ci sono elementi di novità sostanziale.

La mia esperienza,
prima come discente e poi come docente, mi porta a constatare che da molti anni gli insegnanti educano gli studenti alla tolleranza, all’accettazione, alla comprensione e al dibattito costruttivo alimentati essenzialmente dal buon senso e dall’umana ragione oltre che dal dato esperienziale della storia recente e passata.
Umana ragione, che può partorire anche mostri, ma che non ha esclusivo bisogno di norme per essere applicata e condivisa. Aggiungo che, se poi nello specifico lo stesso ministro Giannini deve intervenire con una circolare inviata a tutti i dirigenti, datata 15 settembre, per ribadire alcuni punti di difficile interpretazione della norma, ciò rende ancor più evidente lo stridente magmatismo del comma 16 della suddetta legge. Le mie sono paure? Faccio del terrorismo omofobo? No! Infatti, alle amiche delle Pari Opportunità consiglio di visionare la pagina www.notizieprovita.it. Badate! Non è un sito di crociati. Non è una pagina web gestita da “gesuiti ed euclidei vestiti come bonzi alla corte dell’imperatore…”.

Vi troverete, invece, una serie di progetti educativi, alcuni compartecipati dai Comuni, aventi come oggetto la promozione di una conoscenza del fenomeno gender. Progetti da svilupparsi nelle scuole… chiaramente. La teoria gender esiste. Eccome!
Vengo al secondo punto: il ruolo dell’insegnante. Mi consentirete delle provocazioni. I miei studenti sanno che sono intollerante verso gli intolleranti. Sanno anche che la sola pronuncia “negro”, seppure semanticamente corretta, mi fa inalberare. Amo citare Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Questo è un principio pedagogico, semplice e fondamentale. Educo all’ “altro da sé” da sempre e come me centinaia di ammirevoli colleghi nella scuola italiana. In modo particolare sono convinto che tutti, anche e soprattutto i giovani, debbano esercitare la facoltà di giudizio. Un bel giorno, però, potrebbe accadere qualcosa di spiacevole. Dico potrebbe. Magari si potrebbe divenire oggetto di odio o di scontro… magari ci si dovrebbe difendere da qualcuno malato di eterofobia. E allora potrebbero sorgere dei dubbi. Vi prego, amiche consigliere, sfatatemi questi dubbi. Che dite… sbaglio quando ribadisco ai miei ragazzi che la famiglia è un fatto antropologico e non ideologico?
Sbaglio quando dico che la famiglia naturale è composta da un uomo ed una donna e che il concepimento secondo legge di natura prevede che ci sia il sesso maschile e femminile? Sbaglio quando dico che il bene dei figli deve prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti? Sbaglio quando sostengo, e per fortuna non da solo, che i figli non sono mai un diritto, poiché non sono cose da produrre? Consigliere, vi prego, ditemi… sono omofobo? Sono razzista? Intollerante? Educo al razzismo? All’intolleranza? All’omofobia?

La teoria gender esiste. L’omofobia esiste. L’eterofobia esiste. Mi fanno paura.
Io da insegnante mi lascio guidare dal dubbio e da poche certezze. Il dubbio mantiene viva la ricerca. Tra le poche certezze vi è l’articolo 29 della Costituzione: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”.
Alle amiche consigliere mi permetto, con umiltà, di tracciare un percorso, veramente, di lotta e di politica.
Innanzitutto già il termine “consigliere di parità” evoca in partenza lo scenario di uno stato di minorità.
Un po’ come le quote rosa: io conoscevo le “quote latte” e un giorno dissi anche che avrei voluto anche “le quote pelati” ( io, come l’amico Giancarlo, sono calvo). Perdonatemi la divagazione, ma imporre la partecipazione attraverso una norma non significa sancire una parità né educare alla parità. Significa semplicemente obbligare e quindi trasformare un diritto in un dovere. Quindi, vi chiamo donne. E per favore, donne, incatenatevi, scioperate, indignatevi, lottate ma impedite a chiunque di trasformarvi in merce. Impedite che decenni di battaglie etiche vadano a farsi benedire.

Dite al maschio eterofobo che non può ridurre una donna ad un serbatoio… fate terrorismo di principio e di natura e sfanculate le ideologie. E, con buona pace dell’affabulatore di turno, magari non vi chiameranno più “compagne” o “camerate” ma semplicemente e magnificamente donne. Preziose ed insostituibili.     

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Commenti

Non so, non so se definirla razzista, omofobo o maledettamente bravo. Caro collega, lei è stato bravo a far passare nelle condotte emotive del lettore un emssaggio chiaro ed esemplare. Libertà di pensiero e di insegnamento secondo natura. Un nostro dovere.
Se la teoria gender non esiste nella scuola italiana (per fortuna e, aggiungo, non ancora) esiste certamente in ambito nazionale e internazionale e bene fanno a parlarne. Quello che mi sconvolge è la cattiveria con la quale si apostrofa chi difende la famiglia e i bambini. Quella è vera discriminazione. Onore a Lei, Professore, per aver esposto con equilibrio tali questioni, al contrario di altri con evidenti paraocchi ideologici
Il silenzio della Verticelli e della Pompili parla a loro sfavore. La Verticelli è nota e su questo blog, noi miseri lettori abbiamo imparato ad aspettare le sue repliche. Adsu aveva annunciato i rimborsi e siamo ancora in attesa. Si sono fatti sentire solo per la nomina del mitico Sorgi e ora? Perchè l'adsu non ha rimborsato? Perchè non si risponde sulla provocazione del buon Di Egidio. Falconi tu proteggi la Verticelli, quindi non pubbliccherai anche questo commento?

 Io non pubblico solo le offese. Per il resto è vero, sono amico di Lucia, ma qui la questione non è sulla amicizia ma è politica e di giochi di ruolo. Quindi commentate ma sempre con stile ed educazione. Grazie. 

Prof. complimenti per il suo intervento ora ho le idee un po' più chiare .... Da genitore vorrei che lei fosse l'insegnante dei miei figli ...ma purtroppo nel mondo della scuola regna la mediocrità e le persone veramente preparate come lei sono "mosche bianche". Perché nessuno interviene dei Consiglieri del Comune di Teramo che hanno votato contro Pomante ? Il Consigliere di qualità Dodo Di Sabatino .....il Grillino Parlante ....Puglia con la Campana....NCD che per tutelare l'Onorevole Tancredi , che vota di tutto pur di rimanere in maggioranza, dimenticano la loro provenienza Alleanza Nazionale.....per finire Raimondo Micheli che pur di fare un dispetto a Gatti "se lo taglia" . Prof. torni presto tra noi ....nel frattempo vorremmo leggerla giornalmente sui Due Punti grazie
Gentilissimo Giancarlo, forse per placare e fermare le polemiche dovrei stare ZITTA e provare ad essere indifferente anche alle recenti offese personali sul tuo blog da parte di chi scrive”…..già il termine consigliera di parità evoca in partenza lo scenario di uno stato di minorità…..” Perdonami ma non posso stare ZITTA. Quando Paolo Gatti pubblico su fb il provvedimento “GENDER” della regione mi complimentai con lui, perché ero sinceramente convinta che Paolo, obbligando la Regione a sottoscrivere un protocollo con l’USR, avrebbe finalmente scritto nero su bianco che le “teorie gender” non si insegneranno in nessuna scuola abruzzese, si sarebbero placate le polemiche e si sarebbero attenuati i timori delle famiglie. Ma mi potrebbe qualcuno spiegare in quale fonte normativa, in quale circolare o programma è scritto che si POSSONO insegnare queste teorie gender? Io ritengo che nelle circolari e fonti normative, già citate dalla mia amica Lucia Verticelli, nel nostro articolo precedente, è scritto proprio il contrario. Parità di genere, prevenzione delle discriminazioni, contrasto alle forme di bullismo omofonico non costituiscono nessuna “teoria gender” che come dice qualche autorevole Docente “..è solo uno spauracchio ideologico”. Lascio l’insegnamento di queste teorie, nei luoghi ove è consentito, a chi ha specializzazione e formazione in tal senso, in antropologia, sociologia, psicologia, a me questa cultura manca e non potrei insegnarla, tantomeno a scuola ove non è prevista da nessun programma o circolare ministeriale. E' cosi chiaro cosa si intende per insegnamento della parità di genere!!!! Se si leggono attentamente sia le fonti primarie che secondarie ci si renderà conto che ci sono dei paletti alle linee programmatiche del Ministero, lo sconfinamento nelle “teorie gender” è solo una strumentalizzazione da parte chi ignora o fa finta di ignorare le fonti citate e che comunque volutamente o non volutamente crea panico e timori in quelle famiglie attente alla educazione dei propri figli. Tutte queste sterili polemiche fanno male alle famiglie, alla società ma anche a quei Docenti come me che hanno la volontà ed il buon senso di portare avanti nella scuola una educazione aperta, democratica che punta anche ad includere e valorizzare le diversità, diretta a combattere gli stereotipi di qualsiasi genere per il cambiamento auspicato ed auspicabile della nostra cultura, strumento necessario per realizzare la vera parità. Credo che due decreti, uno del Ministero del Lavoro e Pari Opportunità e l'altro del Miur, con i quali mi si riconosce il titolo di “esperta” mi diano l'autorevolezza per dire a tutte le mamme ed i papà di stare tranquilli, l'insegnamento della parità di genere prevista dal nostro Legislatore non contempla l'insegnamento di alcuna teoria gender. Circa le “quote rosa” vorrei rispondere al collega di filosofia che a nessuna Donna piace essere considerata una “riserva indiana” ma in questo particolare momento storico le “quote rosa” sono uno strumento necessario. Le Donne hanno conquistato il voto solo 70 anni fa ma vogliono anche far parte delle assemblee elettive, se pensiamo che nel nostro Consiglio Regionale su 29 consiglieri vi è una sola Donna, mi chiedo dov'è la democrazia, in una paese democratico dovrebbe essere naturale il coinvolgimento e la presenza delle donne nelle istituzioni. L'equilibrio di genere nelle rappresentanze istituzionali è un misuratore di democrazia e civiltà e se una sola Donna siede in Consiglio Regionale ciò significa che viviamo in un paese incivile e poco democratico ed allora ben vengano le “quote rosa” per riequilibrare la rappresentanza di genere ai posti di comando e trionfi la democrazia. Per le sue “quote pelate” che dire, una battuta banale che non merita commenti. Grazie Giancarlo un abbraccio dalla Consigliera di Parità Anna Pompili

Gentile Collega non amo replicare. Non mi dilungherò. Non era nei toni del mio scritto creare terrore nelle famiglie dei teramani. Ho soltanto esposto il mio personale punto di vista. Visione personale che scopro condivisa da molti. Gli argomenti che ho trattato sono complessi e non tacitabili dalla fiducia che lei pone nella chiarezza di una norma. Chiarezza peraltro discutibile. Cosi come ritengo utile, al contrario della commissione pari opportunità, che un tema del genere trovi spazio in un'assise civica. Ma comprendo... lei ricopre un ruolo politico. Io no. Nel mio scritto le ho posto delle domande... attendevo, magari delle risposte. Ho utilizzato molte volte il condizionale. Rimango convinto, come ho indicato, dell'esistenza di progetti che includono una educazione... come posso dire? Particolare? Gender... omofobia e eterofobia ripeto mi incutono timore. Per ciò che concerne la lesa maestà della figura di parità... signora mi perdoni ma io ponevo la questione sul piano filosofico: parlare di parità dei sessi vuol dire ammettere uno stato di diversità non necessariamente positiva. Collega rilegga di nuovo quello che ho scritto... per una corretta lettura non occorrono master.

Il termine secondo natura espresso da qualcuno mi ha sempre spaventato
Per il mio amico Alessio : Viva i gay , viva i gender , viva gli etero .... L'importante che si scopa
Beh, ama citare Voltaire con frasi che non ha mai pronunciato, come professore inizia bene... Punto 1) il termine "Famiglia Naturale" non esiste, soprattutto nei termini in cui oggi si vuole utilizzarlo. Queste sono due parole distinte, accozzate anche male, in quanto sono due termini talmente differenti, che potrebbero essere benissimo un ossimoro. Tali termini identificano in maniera chiara due aspetti diversi : FAMIGLIA fa riferimento ad un particolare schema SOCIALE (differente tra l'altro da cultura a cultura, mutevole negli anni) , mentre il termine NATURALE fa riferimento alla NATURA. Ora, la famiglia naturale è quella dei piccioni, o degli scimpanzè o delle galline o delle api? Schemi sociali praticati in natura dissimili tra loro.... La famiglia è un nucleo SOCIALE, lei che si occupa di Filosfia e Storia, sa bene quanto queste convenzioni siano mutevoli nel tempo, quindi se 400 anni fa si considerava famiglia quella fatta da Uomo+Donna+prole, negli anni si è cosiderata famiglia anche quella formata da Uomo+Donna, ed ora, quella formata da due individui. Fateve una ragione. Visto che cita la costituzione, capirà bene che, essendo il matrimonio un contratto (rientriamo negli schemi sociali) tra individui, e non essendoci alcun punto in cui si specifica "tra uomo e donna", esso si potrà benissimo applicare individui di qualsiasi sesso... appena finisce sta farsa in parlamento. 2) I figli non sono un diritto, nè per i gay, ne per gli etero. Anzi, molti etero sarebbe meglio che non si riproducessero solo perchè possono, per quanto riguarda i gay, possono solo quelli benestanti. Poi, veniamo al fatto tecnico : per procreare serve un uomo fecondo ed una donna feconda, ma non strettamente in questi termini. Ma sappiamo bene che anche quando una coppia non è feconda, può procreare, sarà difficile, le costerà tempo e soldi (visto che non è un diritto ma un privilegio costoso, con alla base tanto amore), ma alla fine ci riuscirà, la tecnologia lo permette. Badi bene, stiamo parlando di etero, quindi? Poichè grazie all'intelletto umano si è riusciti a superare problemi tecnici, noi lo dobbiamo vietare? E perchè? Perchè a lei sta sul cazzo la coppia sterile, o il nuovo nascituro? Boh, non capisco. Poi cos'altro vietiamo? L'uomo per sua natura non vola nè supera i 40Km/h, quindi vietiamo gli aerei e limitiamo i mezzi a motore a velocità NATURALI? 3) Cosa poi bisogna spiegare ai bambini nelle scuole, davvero non so. Esistono persone, e come tali vanno rispettate. I bambini sono molto più aperti mentalmente di voi. Di voi che avete paura di cosa poi non ho capito..."Avete paura che per strada mentre siete al bancomat qualcuno vi inculi?"(cit) Io ho paura della stupidità e dell'ignoranza, difficilmente mi preoccupo dei gusti sessuali di una persona, se non sono interessato ad andarci al letto.
Sig. D'Egidio, la procreazione richiede sperma ed ovuli. Nessuno lo mette in dubbio! Il problema che si pone oggi è se, per crescere ed educare un figlio ("naturalmente" generato dall'incontro di spermatozoi ed ovuli) , serva necessariamente una coppia di eterosessuali o vada benissimo anche una coppia di omosessuali. In Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Germania etc. etc., ormai da anni, due omosessuali possono crescere un bambino. Lei spiega questa realtà ai suoi alunni o sono loro a doverla spiegare a lei?
Un bimbo ha bisogno di un padre e di una madre. Non e' un giocattolo da comprare per i nostri egoismi personali. Quello che succede in altri Paesi non ci interessa. Troppo progresso fa male alla salute...
@ mariobici Domande: Secondo lei la lunghezza del pene ha un valore sociale? Per un uomo e' importante la lunghezza del pene? Per una donna e'importante la dimensione del seno? A che eta' un bambino o ragazzo si identifica nel proprio sesso? 2 genitori uomini o 2 genitori donne sono biologicamente compatibili? Un bambino che non vede mai il pene del padre che esce dalla doccia e' un bambino che riceve informazioni sublominari o dell'immaginario giuste?
Non sarebbe meglio abolire i matrimoni e i conseguenti divorzi? Si risparmierebbero soldi, tempo e forse anche tanti conflitti famigliari. Quello che dovrebbe interessare a una società civile sono i diritti e i doveri di ogni singolo cittadino, nei confronti degli altri, di se stessi e dell'ambiente in cui si vive.
@punto interrogativo, forse è meglio smetterla con l'uso di droghe sintetiche del discount. Prima dici di abolire i matrimoni, poi dici "Quello che dovrebbe interessare a una società civile sono i diritti e i doveri di ogni singolo cittadino, nei confronti degli altri". Ma esattamente, per te, cos'è il matrimonio? Ora non dico di dissertare sulla questione "contratto o negozio giuridico"...ma cazzo!
Penso che il Prof. abbia esposto in maniera corretta la problematica gender e quello che più mi preoccupa è questa sete di globalizzazione sociale che ora tutta l'Italia comincia a rivendicare in nome di un non ben giustificato diritto di parità. Riguardo le unioni nulla quaestio! Basta che non siano chiamate matrimonio (chiamatele come vi pare ma non toccate il Matrimonio!!!). Riguardo poi le adozioni già comincio a storcere il naso in quanto secondo me sia un caso leggermente più delicato, che va valutato a seconda del caso...ad esempio l'adozione di un bimbo rimasto orfano posso tollerarlo nonostante in linea di massima sia contrario. Tutto il resto sono (come l'utero in affitto per citarne una) rivendicazioni abominevoli ed egoiste di un diritto che non tiene conto dei diritti altrui...un semplice egoismo dettato dalla moda del momento....Vendola docet
Caro anonimo delle 0.12, per dire fesserie non bisogna essere drogati. Non vedo una contraddizione nel mio precedente commento, perché se venissero tutelati i diritti dei singoli cittadini, bambini e anziani in primis, gli uomini e le donne, a prescindere dalle diversitá sessuali di ognuno, potrebbero convivere senza sottoscrivere contratti. Buon matrimonio.