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Il Sindaco Brucchi e lo scherzo delle Scuole Chiuse

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Vi ricordate?
Cabina telefonica.
Compito di Ragioneria o traduzione di Latino.
Telefonata con il complice che ti passava i gettoni.
Valevano cento e poi duecento lire.

"Pronto, scuola xxxx", dall'altro capo del telefono.
I ragazzi con una patata in bocca e una molletta dei panni (una volta era di legno e ferro)  a chiudere la voce nasale..." C'è una bomba nella scuola".
I più emozionati sono passati alla storia con " C'è una scuola nella bomba".
Oggi ai tempi dei social si ritaglia una foto del sindaco BRucchi, si profila uno stato falso e il doppiaggio è perfetto.
"Scuole chiuse per verifica delle strutture dopo la scossa di terremoto".
Tutto verosimile. 
Tutto pericoloso perchè aumenta l'allarme sociale e si destabilizza la vita dell'intera provincia.
Solo l'assessore Fracassa ha dovuto rispondere a 200 cento telefonate e non ha una ricaricabile.
Sarebbe stato un affare.
Tre adolescenti accompagnati dai genitori.
Tre adolescenti che si sono scusati e poi hanno spiegato al sindaco Brucchi tutto il procedimento.
Dopo la ramanzina?
Il sindaco Brucchi si è lamentato per la scelta della foto ( anche noi ci siamo divertiti).
Scherzi a parte, l'uso consapevole dei social dovrebbe essere motivo di studio nelle scuole.
Il Primo Cittadino ha in programma di incontrare il Provveditore agli Studi per proporre una nuona educazione Civica punto zero.
Incontri a tema con professionisti del settore per il rispetto della privacy, delle emozioni e della vita quotidiana sulla rete.
Primo argomento " Il cyberbullismo".

Chapeau. 

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Commenti

Purtroppo, questi tre furbetti hanno cercato di sfruttare a loro vantaggio una debolezza della nostra società. Secondo uno studio dell'Università di Stanford, condotto su un campione di studenti che andava dalle scuole superiori fino ai primi anni di università, la maggior parte degli studenti non sa riconoscere una notizia falsa da una vera. Ancor più allarmante è che una grossa fetta degli intervistati non sapesse distinguere una pubblicità da una notizia. Tutto ciò induce a pensare che l'abilità degli adolescenti nell'uso delle nuove tecnologie è per la maggior parte apparenza. Analizzando quello che è successo nella nostra città appaiono chiare due cose: la prima è che, effettivamente, gli adolescenti non usano proprio benissimo le nuove tecnologie; la seconda è che la tecnica di diversi genitori per verificare la veridicità dell'informazione in questione è stata telefonare all'assessore Fracassa. Per fortuna Teramo è un paesone e tutti hanno il numero di tutti e gli assessori rispondono al telefono! Ora, va benissimo organizzare degli incontri a tema per svegliare nei ragazzi quello spirito critico che permette un uso corretto della rete, ma, se a questi incontri non prenderanno parte anche i non adolescenti e i non nativi digitali, pensando che il problema sia solo di quattro ragazzini, non faremo altro che aumentare il divario tra la generazione attuale e quella futura, senza più trovare punti di incontro e possibilità di comunicazione.