Salta al contenuto principale

Il crollo della discarica La Torre rimane il solito mistero teramano

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Ci sono dei misteri teramani che saranno destinati a rimanere degli arcani inspiegabili.
Il crollo della discarica La Torre è paragonabile ai 100 milioni di euro dei debiti del Ruzzo.
Mentre al Tribunale di Pescara, la Procura ha formulato le sue ipotesi di reato per l'Aca, a Teramo l'inchiesta nutrita da un'informativa della Guardia di Finanza non è mai uscita dai cassetti delle tre cupole.
Mentre il comune di Teramo continua con i suoi appalti diretti e le sue proroghe per lo smaltimento del percolato della discarica La Torre, appalto che per legge richiama l'obbligatorietà di una gara pubblica,  l'ambiente provinciale risente ancora delle vecchie discariche di Mosciano e della gestione del Cirsu.
Mentre la Discarica La Torre continua a pesare sulle bollette dei teramani le responsabilità, sono ben sepolte sotto cumuli di immondizia.
Nessuno aveva mai dubitato delle figure professionali e morali dell'ex Prefetto Camerino (nella sua qualità di Commissario delegato), di Angela Mastropietro (responsabile del procedimento), di Siro Matani ( collaudatore dei lavori) di Roberto Di Giovanni e dell'Ing . Carlo Taraschi ( progettisti e direttori dei lavori) ma intanto la legge amministrativa ha avuto bisogno anche di un giudizio in appello.
Il risarcimento richiesto fu quantificato per oltre 1 milione di euro. 
"La vicenda traeva origine dalla segnalazione con la quale un dirigente del Comune di Teramo aveva denunciato alla Procura regionale dei fatti relativi alla messa in sicurezza della discarica comunale “La Torre” dai quali sarebbero scaturiti dei danni per il comune medesimo."

Camerino difeso dallo studio Scarpantoni, ( avv. Carlo e Luca) deduceva " l'insussistenza di una propria responsabilità nella gestione della vicenda in questione, in quanto nè il Comune né il Corpo forestale dello Stato avevano prospettato l'esistenza di vizi dell'impianto dopo la consegna;
Matani  difeso dall'avv. Marconi, deduceva " l’erronea esclusione da parte del primogiudice dell'applicabilità della legislazione emergenziale in senso derogatorio rispetto alla legge ordinaria ed al regolamento sui lavori pubblici e di travisamento dei fatti in merito alla prova di difetti dell'opera pubblica in questione;
Di Giovanni e Taraschi, difesi dall'avv. Referza, deducevano " il primo giudice non avrebbe, in modo illogico, tenuto conto delle ampie motivazioni tecniche illustrate negli scritti difensivi circa i motivi che avevano giustificato le variazioni alla progettazione, non assoggettabili alla disciplina ordinaria delle varianti, visti i poteri di emettere ordinanze in deroga alla legge vigente conferiti al commissario delegato; i suddetti motivi sarebbero stati ampiamente supportati anche da una consulenza tecnica di parte; sia la presenza che le infiltrazioni delle acque nell'opera in discorso, accertate in sede di verifica da parte del Corpo forestale dello Stato e dell'ARTA erano da addebitare all'amministrazione comunale che aveva assunto la conduzione dell'impianto dal 15 ottobre 2008, senza assicurarne la corretta manutenzione; inoltre, la fuoriuscita del percolato era stato prodotta dall'azione convergente del nubifragio verificatosi 9 nel novembre del 2008 e del difetto di manutenzione ordinaria e costante dell'impianto da parte dell'ente locale; 
Mastropietro difeso dallo studio Scarpantoni,( avv. Carlo e Luca) deduceva " la fuoriuscita di percolato, addebitato dai primo giudice alle modifiche introdotte dalla direzione dei lavori al progetto, era da imputare, invece, all'assenza di manutenzione della copertura da parte del Comune che aveva, imprudentemente, provveduto anche alla disattivazione dell'impianto di pompaggio".

Il corso lento della Giustizia.
La Corte dei conti, Sezione Prima giurisdizionale centrale di appello, previa riunione in rito, definitivamente pronunciando, ACCOGLIE gli appelli, con conseguente annullamento dell’impugnata sentenza di primo grado. Le spese legali sono liquidate in favore di ciascun appellante prosciolto in € 2.000,00 (euro duemila/00) oltre spese generali, CPA e IVA come per legge".

Il mistero del crollo rimane accanto al calice del Sacro Graal.
Perchè è crollata la discarica La Torre?
Una risposta che diventa una domanda.
La prima, immediata e istintiva, cinque minuti da quella frana.
Siete sicuri che non ci fossero dei rifiuti scaricati da altri siti e non registrati?
In questo caso che tipi di rifiuti?
Quanti metri cubi?
Che cosa si nasconde sotto la discarica La Torre?






 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Una sola domanda!... le case vicino alla discarica sono state costruite prima o dopo la stessa??!!