È la frase che Mattia Marinelli, un giovane di 23 anni, ha pronunciato ad un giornalista mentre spalava la neve alta dinanzi casa.
Il giorno dopo hanno trovato il suo corpo e quello del padre di 50 anni. Sono morti assiderati. Erano scesi a valle dal paesino di Poggiumbricchio in Provincia di Teramo, per procurarsi della benzina per il generatore, ma sono stati travolti dalla bufera dopo avere abbandonato l’autovettura. Anche lì, come ovunque, è mancata l’energia elettrica per giorni. A pochi chilometri, un anziano agricoltore era morto sotto il tetto crollato della stalla. Un altro è morto in casa nel tentativo di scaldarsi. Un altro ancora è morto per mancanza di medicinali. Cinque vittime in provincia di Teramo, dicono vittime di eventi naturali eccezionali. Ma non è così. Essi sono vittime di un sistema insostenibile.
Una Regione che non ha alcuna consapevolezza che l’Abruzzo è una regione il cui 60% del suo territorio è montano e che il Gran Sasso d’Italia è la montagna più altra della catena appenninica e che attorno ad esso insistono ben tre Parchi nazionali e uno regionale di montagna. Che la vocazione montana dell’Abruzzo non è mai stata assunta come fattore prioritario e strategico nella programmazione regionale. I risultati? Zero politiche di valorizzazione della montagna; zero politiche di prevenzione. Una per tutte: la Regione Abruzzo non è ancora dotata di un Piano delle valanghe, sebbene il sistema montano abruzzese sia tra i più complessi ed importanti della catena appenninica. E allora di che parliamo? O meglio, di cosa parlano gli amministratori in questo drammatico momento della nostra storia? Del nulla. Conferenze e dibattiti, interviste, commissioni e parole al vento.
Sono le Regioni che avremmo dovuto eliminare, altrochè le Province…Sono Vittime di questo inaccettabile sistema, obsoleto ed inefficiente, i Sindaci dei Comuni di montagna, lasciati letteralmente soli, faccia a faccia con i cittadini, privi di risorse, a far fronte ad una emergenza epocale. Siamo vittime inermi noi cittadini, di un sistema autoreferenziale che si sostiene vicendevolmente, con la complicità di un’informazione becera, sempre pronta ad intentare processi in diretta, mentre la gente soffre e muore tra i terremoti, i disagi provocati dall’ENEL e le nevicate eccezionali. Quel “DOVE SIETE QUANDO SERVITE”, pronunciato da Mattia prima di morire assiderato, dovrebbe divenire lo slogan di tutti, per iniziare a pretendere che qualcuno si decida finalmente a rimboccarsi le maniche per tentare di raddrizzare un sistema in ginocchio.
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