Il sacramento della politica.
Dove c'è gente, c'è voto.
I devoti di un movimento di giustizia sociale.
Non è la politica contro la politica, ma la politica per la rinascita, la ricostruzione.
Si potrebbe ironizzare e giocare tra destra e sinistra.
Molti sindaci e mille sfumature di rosso, bianco e nero.
Erotismo di un terremoto che ci piacerebbe esotico.
C'erano tanti primi cittadini.
Fuori e dentro il cratere.
Nevoso o tellurico.
Entrambi.
Una distinzione che crea eleganza.
Dal padrone di casa di Colledara al sindaco di Teramo, a quello di Tossicia, Basciano, Castelli, Pietracamela, Fano Adriano, Crognaleto, Castel Castagna, Isola, Montorio, Penna Sant'Andrea.
Il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino.
C'erano la Polizia Municipale.
C'era la Digos.
C'era la Polizia Stradale.
C'era la mia Arma.
I carabinieri.
Non c'erano i Rosa Croce, peccato, perchè un pò di massoneria con sede a Ornano, avrebbe tinto di mistero tutto il corteo.
C'era la camera di Commercio con Presidente e funzionari.
C'era Paolo Gatti, Giorgio D'Ignazio in rappresentanza del Governatore D'Alfonso, ( scherzo Giorgio ma è la battuta che ho raccolto).
C'era Gianluca Pomante e il suo senso di Abruzzo Civico.
C'era l'ex gattiano ( in realtà è una finta democristiana) , Rudy Di Stefano, arrivato in coda al corteo che avrebbe voluto parlare " Fitto Fitto" ( Cit. P. C.) con il sindaco Brucchi.
Non si sono salutati.
Non c'erano i firmatari del comunicato a favore del cratere.
D'Alfonso, Monticelli e Pepe.
Il pentimento è una lunga via Crucis.
Non c'era Errani e il suo fuori onda.
C'erano molte persone.
Tanti ragazzi e anziani.
Generazioni.
Quelle vere.
Quelle che si sono tramandati i valori di appartenenza.
Quelle che hanno bisaogno di risposte per poter coltivare una speranza per la propria casa, il proprio lavoro, il proprio territorio.
Nessuna vorrebbe abbandonare il comune di nascita.
Molti vorrebbero assistere alla rinascita.
Molti sono lontano.
Il tempo di quella bara che sa di carnevale ma che rappresenta il senso dell'abbandono, del rifiuto, della non curanza.
Dentro quel sarcofago, cataletto, ci siamo noi.
Inchiodati da un Governo fatto di burocrazia senza soldi.
Promesse che uccidono.
La Provincia di Teramo non può morire.
In fondo alla Santa Pasqua ci manca poco e la quaresima è un cratere vicino Roma.
Al terzo giorno....Stiamo arrivando...
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