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Il corrosivo: Fantasmi in una città fantasma

di Elso Simone Serpentini
5 minuti

Fantasma in una città fantasma.
Mi sono sentito così l’altra sera, quando mi sono ritrovato nell’aula consiliare comunale di Teramo insieme con altri dodici persone alla presentazione di un libro su Ivan Graziani. Solitamente sono puntuale, ma questa volta lo ero stato ancora di più, per non rischiare di non trovare un posto a sedere e di dover assistere all’evento in piedi, cosa che alla mia età non posso più permettermi. Ma, contro tutte le previsioni, mi sono ritrovato in una sala vuota, tra sedie vuote e scranni vuoti. L’evento c’è stato lo stesso, in un’atmosfera surreale, e io ho provato più imbarazzo dell’autore del libro, della moglie dell’artista a cui il libro era dedicato e di un musicista che ne riproponeva alcuni indimenticabili brani. Mi sono girato attorno solo un paio di volte, perché l’imbarazzo cresceva ad ogni sguardo. Mi sono sentito un fantasma in un’aula fantasma, in cui era stata annunciata per l’ennesima volta la presenza di un sindaco che per l’ennesima volta è stato assente, sostituto dal vice-sindaco, che ha detto parole di circostanza facendo finta che non lo fossero, e ha spiegato l’alibi (cioè l’altrove) di un sindaco che è sempre altrove, cioè da un’altra parte. Anche  il sindaco è un fantasma in una città fantasma, in cui tutti giriamo per le piazze e per le vie come fantasmi, in cui i negozi ancora aperti sono vuoti o pieni di fantasmi, invisibili.

Altri eventi, a cui non ho preso parte e ai quali non sono intervenuto, sarebbero stati più frequentati, stando a qualche cronaca e ad uno, a cui sono intervenuto, la sala era un po’ più piena ed entusiasta, a conferma che, come ipotizzo da tempo, alcuni eventi culturali hanno più successo di altri grazie ai gruppi amicali dei protagonisti, spesso ad estesi rapporti parentali e altrettanto spesso a specifiche consorterie che vengono chiamate all’appello da questo o da quel capo manipolo. L’indifferenza alla cultura, anche quando non si presenta nella forma di eventi organizzati, è in questa città fantasma totale, salvo risvegli improvvisi le cui cause vanno ricercate non in un’adesione convinta ma nelle forme di “alapagismo” che alcune conventicole amano assumere soprattutto nel campo delle arti figurative, che, al contrario di quelle che non lo sono, non hanno e non fanno mercato.

Fantasmi in una città fantasma, dove anche quello che brilla non riluce e non tutto quello che riluce brilla. Anche quando abbiamo dei gioielli, o li facciamo deperire e scolorire per poi abbatterli (ah, il Teatro Comunale ottocentesco) o li sfiguriamo con il vandalismo (le poltrone del nuovo Smeraldo tagliuzzate” o li lasciamo nei loro scrigni senza indossarli. A Bassano del Grappa nella multisala Metropolis non si trova posto se non si prenota, al Nuovo Smeraldo, l’altro giorno, feriale, a vedere una pellicola di grido eravamo in sette. Torno così a chiedermi: ma che fanno i teramani, dove vanno, che pensano, a che cosa si dedicano? A parte quei pochi che “perdigiornano” in piazza, gli altri dove si nascondono, considerato che non frequentano gli eventi culturali, non i musei, non le librerie, non più i negozi e da qualche tempo stanno anche disertando i tavolini dei bar?

Il libro su Ivan Graziani è stato presentato in altre città abruzzesi davanti a pubblici assai più numerosi che non a Teramo, che pure è la città che a Ivan ha dato i natali. Il filosofo Diego Fusaro, “magniloquato” ovunque, a Teramo ha parlato in una sala polifunzionale quasi vuota. Non c’ero nemmeno io, perché alla stessa ora dello stesso giorno c’era un altro evento culturale al quale non potevo mancare, nella sede di “Teramo Nostra” e questo conferma quanto sarebbe utile che almeno l’assessorato alla cultura del Comune di Teramo (non rappresentato nella serata della presentazione su Ivan Graziani) tenesse un registro complessivo degli eventi, al quale gli stessi andrebbero comunicati previa verifica di coincidenze al fine di evitare accavallamenti in alcuni giorni e il nulla in altri.

Però... però... ci sono alcuni soggetti che le sale le riempiono: i personaggi televisivi, il cui fascino i teramani sembrano subire irresistibilmente. Quando arrivano queste star della televisione, accolte come celebrità, non si trova un posto a sedere; la gente si affolla per “vedere”, non tanto per “sentire” e i soldi pubblici vengono elargiti a profusione, a migliaia di euro, o con bonifici sostanziosi o con acquisti garantiti di copie del best-seller del momento, contribuendo così ad aiutare gli autori ad evadere il pagamento diretto di una quota dell’Irpef. Una quota fantasma, in una città fantasma, i cui cittadini sono fantasmi.

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Commenti

Ennesima vergogna di questa bella città che bella non è più per colpa del Sindaco e della sua Giunta che non ha fatto nulla e non fa nulla per arricchirla !!!!!!!!!!!
E' difficile avere una vita sociale quando lavori in una ditta di imbalsamazione , non puoi nemmeno prenderti una pausa perche' il lavoro non da' tregua e perche' non riesci a trovare assistenti a tempo pieno che stiano al passo con un lavoro faticoso che mette a dura prova l'olfatto ..fai tutto da solo. Ogni corpo arriva in condizioni diverse e alcuni richiedono piu' lavoro di altri. Le vittime vengono velocemente preparate per la tomba e se sono fortunate per il funerale dopo che le autorita' hanno eseguito l'autopsia per determinare la causa del decesso..che quasi sempre e' sempre lo stesso, il corpo deve essere imbalsamato in un particolare modo chiamato INTERAMNIA URBIS.Nel cadavere vengono iniettati due litri di formaleide quando il corpo arriva nel luogo di imbalsamazione il cuore il fegato l'intestino i polmoni vengono messi da parte in una busta di plastica. Questo aiuta a rallentare i tempi di decomposizione e il corpo astrale imprigionato nelle molecole subatomiche vagabondeggia nei luoghi cittadini fino a lavoro ultimato.Cosi da quando e'stata inaugurata la fabbrica di imbalsamazione impiega tutta la popolazione residente in un ciclo continuo e se si interrompesse la produzione sarebbe un disastro inenarrabile perche' i vivi potrebbero cambiar lavoro e le conseguenze imprevedibili. ALLORA concentrarsi sul lavoro che e' in continua crescita e gli imbalsamatori sempre piu' richiesti a Teramo non e' tempo..per ozi e svaghi....e' la societa' dei consumi..che vuoi fare...i tempi moderni. Mi saluti Luigi Agnolin da bassano del grappa e' bisogno qui di arbitri imbalsamatori...grazie.
Caro Professore un Suo collega disse a Chiodi ( all'epoca sindaco di Teramo ) che la giunta pensava solo a : " feste e festarelle, magnate e magnatelle, bevute e bevutelle ". Era proprio vero con l'avvento di Chiodi iniziava la distruzione completa di Teramo gli altri hanno continuato. Questo è il MODELLO TERAMO.
Mi sto vergognando di me stesso..... Non c'ero e non ho nemmeno letto un manifesto o una locandina che parlava dell'evento... Mi spiace. Per il resto, Prof, è bene ricordare sempre, che una volta...tempo fa, i politici erano i migliori cittadini o magari persone con delle capacità oggettive, che andavano a dare il loro contributo al paese. Oggi, e Teramo ne è esempio lampante, coloro i quali non hanno arte ne parte, e sono fondamentalmente dei mediocri, scelgono la politica per tirare avanti. Chi si aspettava al reading? Brucchi? Di Giovangiacomo? Di Stefano? Misticoni? Lucantoni? Tancredi? .......devo forse continuare? Ora, lei che è stato e sarà per sempre, il Prof, si immagini una classe del genere...che la guarda come se fosse un alieno, mentre gli spiega cos'è il congiuntivo.
Cara Antonio, la saga del "bruttismo" è iniziata con Campana e ora pare che molti lo rimpiangano: . Questa è Teramo!
Prof., ma secondo lei presentare libri (soprattutto di questo tipo) nell’aula consiliare è una cosa arguta? Per me no... tant'è che pur sapendolo non ci sono andato ché sentire il politico di turno (sindaco, assessore o chi per loro) dire le solite frasi di circostanza e l'autore/editore rispondere con i soliti ringraziamenti di circostanza mi infastidisce.