Cento sessanta pagine dell'ordinanza di quattro arresti a firma del Gip Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta dei titolari dell'inchiesta, i sostituti procuratori, Antonietta Picardi e David Mancini.
Le accuse, a vario titolo, partono dal traffico di rifiuti illeciti, all'inquinamento ambientale fino ai reati contro la pubblica amministrazione.
Quattro arresti ( domiciliari) e siamo ai primi casi, per il reato di inquinamento ambientale e altre cinque persone indagate.
Sotto l'occhio del ciclone investigativo della Guardia Forestale, presente alla conferenza stampa il comandante regionale, Ciro Lungo e il sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Anti Mafia, Antonio Laudati, la gestione dell'impianto di depurazione di Chieti.
Due anni di indagini e intercettazioni.
" I fanghi cominciano a diventare pericolosi, facciamo i banditi".
La voce di Andrea De Luca, capo del settore ecologia del Consorzio di Bonifica Centro di Chieti e dall'altro capo un dipendente.
Che fine faranno i fanghi contenente arsenico?
Perchè il centro accetta i fanghi con un simile carico velenoso?
Si legge" Da lassù ( Toscana) vine fin qua per portare questa roba perchè nessuno la vuole con l'arsenico a 50. Figuriamoci a 100".
La vasca di ossidazione aveva una falla che ha permesso l'inquinamento.
Molti consapevoli.
"Ci entra quasi una mano dentro" ancora De Luca al telefono.
Il Gip, Gargarella continua nella sua descrizione di come si continuasse a sversare il percolato conferito nel fiume Pescara.
La risata di De Luca ricorda altre tristi risate di un terremoto lontano ma vicino di memoria.
Era il 2015.
Il depuratore non funzionava bene.
Agosto del 2015.
Mare e turismo.
Un dipendente fa notare a De Luca che l'impianto scaricava male.
Usa il termine " sporco".
De Luca, sorridendo" Abbastanza Eh, eh, eh."
Fanghi che venivano classificati con codici senza rischi particolarie trasportati in discariche non idonee come quelle di Fermo o Ferrara.
Il laboratorio interno avrebbe falsificato i campioni e in questo modo raggirava i contrrolli dell'arta.
Pensate, la concentrazione di arsenico era di mille volte superiore, il limite di legge.
Ancora De Luca ad un imprenditore " Perchè noi ci compriamo ( soldi dell'economato) birra, arrosticini e facciamo le bistecche di pecore".
Il giro di soldi?
Superiore ai 300 mila euro.
"Una nuova frontiera della criminalità ambientale" secondo Antonio Laudati, sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Anti Mafia e aggiunge che L'Abruzzo, rischia di diventare la discarica d'Italia.
Insieme a De Luca sono finiti ai domiciliari, Roberto Roberti, presidente del Consorzio, Tommaso Valerio, responsabile Tecnico, Stefano Storto, Amministratore del laboratorio di analisi.
E non finisce qui...
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