Caro Giancarlo,
spero che questa lettera possa svegliare le coscienze di tanti genitori e docenti.
Sono stata vittima di bullismo per due anni.
Non avevo chili di troppo, ma ero molto timida, ingenua e riservata.
I miei voti erano alti e passavo le mie giornate a studiare.
Non ero "avanti" come le mie compagne e non avevo storie da raccontare su qualche ragazzo.
Ricordo ancora quando e come diventai oggetto di scherno: Un "Sei una cozza" scritto sulla lavagna.
Mi è venuto il magone, non mi piace ricordare questa storia. Avevo attacchi di ansia, vomito e pianto ogni mattina. Mi sono sentita un rospo per anni.
Non bullizzarono solo me, anche una ragazza (mia amica) russa. Non capiva una parola di italiano e la costringevano a raccogliere gli orecchini nel cesso. È durata due mesi. Le ragazzate terminarono due anni dopo, con una rissa e il cambio di sezione. (Mi pento di non averlo fatto prima...) Oggi, dopo tanti anni, la vita mi ha regalato tante soddisfazioni, ma conservo un brutto ricordo dei miei Professori, troppo impegnati a spiegare le pagine dei libri per trovare il tempo di insegnarci a vivere. Il bullismo nasce dall'ignoranza, ma cresce nell'indifferenza. Sono loro i primi a dover dare il buon esempio.
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