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Il racconto di una vittima di bullismo...

2 minuti

Caro Giancarlo,
spero che questa lettera possa svegliare le coscienze di tanti genitori e docenti.
Sono stata vittima di bullismo per due anni.

Non avevo chili di troppo, ma ero molto timida, ingenua e riservata.
I miei voti erano alti e passavo le mie giornate a studiare.
Non ero "avanti" come le mie compagne e non avevo storie da raccontare su qualche ragazzo.
Ricordo ancora quando e come diventai oggetto di scherno: Un "Sei una cozza" scritto sulla lavagna.

Una cozza troppo magra e troppo sfigata,  vittima di continue domande imbarazzanti:"Ma perché non hai il fidanzato?""Ma perché non ti trucchi?""Ma perché non ti fai le sopracciglia?""Ma porti il reggiseno imbottito?""Ma perché ancora non la dai?"   Le altre te le risparmio. Due anni trascorsi tra risatine, insulti, spintoni e frecciate ad ogni interrogazione; imbarazzo durante l'ora di educazione fisica, isolata dal gruppo o da quelle poche persone che frequentavo con piacere. I miei voti alti erano il pretesto per offendere; rispondere alle domande dei professori diventava motivo per urlare "secchiona".   Mia madre chiese l'intervento del Preside, dei Professori e della Psicologa, ma la risposta fu chiara:"Ma Signora, forse sua figlia è troppo sensibile, sono solo ragazzate."
Mi è venuto il magone, non mi piace ricordare questa storia. Avevo attacchi di ansia, vomito e pianto ogni mattina. Mi sono sentita un rospo per anni. 
Non bullizzarono solo me, anche una ragazza (mia amica) russa. Non capiva una parola di italiano e la costringevano a raccogliere gli orecchini nel cesso. È durata due mesi.   Le ragazzate terminarono due anni dopo, con una rissa e il cambio di sezione.  (Mi pento di non averlo fatto prima...) Oggi, dopo tanti anni, la vita mi ha regalato tante soddisfazioni, ma conservo un brutto ricordo dei miei Professori, troppo impegnati a spiegare le pagine dei libri per trovare il tempo di insegnarci a vivere. Il bullismo nasce dall'ignoranza, ma cresce nell'indifferenza. Sono loro i primi a dover dare il buon esempio.

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Commenti

È il periodo di formazione dell'individuo. Forse insegnare il rispetto e rafforzare l'empatia verso gli altri, è più importante del sapere le date delle guerre napoleoniche. La scuola è un punto cardine, ma la madre lo è ancora di più. Immaginate madri afghane che insegnano ai loro figli il rispetto delle donne. Madri di tutto il mondo che insegnano la tolleranza e la comprensione verso ogni religione, credo e colore. L'onestà, il buon senso, l'amore per la verità e la buona politica. Il mondo sarebbe un posto migliore, e l'era dell'acquario potrebbe finalmente riaprire le porte dell'Eden
Forse la ragazza è troppo sensibile????? Cosa?!?!?!? Mo va a finire che la colpa era pure della vittima perché troppo sensibile a loro dire ..Avrei voluto vedere se uno dei loro figli fosse stato al posto della ragazzina..Un applauso a questi "professori" (indegni in questo caso di essere chiamati tali, perché gli insegnanti cn la i maiuscola avrebbero preso seri provvedimenti verso quei bulli immediatamente)..