Era il 1980 quando in tv trasmisero per la prima volta Fame , la scuola artistica più bella che una ragazza della mia età potesse mai desiderare.
E’ proprio questo che ho potuto vedere la prima volta che sono entrata al Melchiorre Delfico di Teramo, nell’aula magna dove eravamo stati invitati io e mio figlio da una sua compagna di scuola.
Eleonora si esibiva con l’orchestra suonando l’oboe .
Erano ancora in terza media.
Tutto raccontava della nostra storia.
Quella della Teramo sui libri, curiosa, interessata.
Tutto sapeva di studio e attenzione per lo studio.L'open day.
Ballerine bellissime che composte, rigorose, disciplinate, uscivano ed entravano nell'aula di danza; mentre percorrevi le scale , nell’aria risuonavano note musicali .
Ragazzi adulti che illustravano gli esperimenti di scienze e gentilmente ti presentavano i professori che poi avrebbero accompagnato la vita di tuo figlio per gran parte della giornata. Poi quel giorno.
Era ancora estate.
Dal 24 agosto tutto è cambiato.
L’emozione di un nuovo inizio si è trasformata via via in un incubo.Non facevamo in tempo ad entrare a scuola che una scossa ci faceva ripiombare in un'altra realtà.
Un mondo parallelo iniziato con il terremoto de L'Aquila.
La sintesi fu quel servizio a Petrolio, trasmissione della Rai.
Ferite e fretta.Si la fretta , la fretta di riaprire un edificio che fa molta paura.
Articoli e note tecniche su quella facciata.
I tecnicismi che adornano le paure.
Le confondono.
Le catene e gli incatenamenti.
Allarmisti?
Impossibile fare lezione.
I ragazzi sono tanti, i rumori sono tanti, i disagi sono tanti. E tanti sono i giorni persi e i compiti assegnati.
D’altronde frequentano un liceo!
Hanno 14 anni li vogliamo pronti, maturi e preparati tanto che dopo il sisma del 30 ottobre al rientro dopo circa 15 gg di chiusura, furono interrogati anche se per la paura “infondata” tanti studenti non erano ancora rientrati a scuola.Polemiche a non finire alzate da persone competenti e preparate sulla incredulità dei verdetti dichiarati.
Vulnerabilità sismica 0,46 classe A .
A come autorità.
A come antisismico.
A come arrogante di chi si arroga il diritto di decidere per noi, di non confrontarsi ,di chi ti costringe , tuo malgrado, a prendere decisioni per il tuo stesso sangue , a sentirti sempre nel dubbio di aver fatto la scelta giusta. E grazie a tutte queste A, queste persone, che noi oggi salutiamo il Melchiorre Delfico.
Perché la paura ha prevalso sulla bellezza e preparazione.
Perché oggi percorrendo quelle scale, si percepisce la fretta di uscire.
Ecco, oggi siamo fuori da quelle scale.
Per noi comincia un nuovo capitolo.... Manuela Santicchia mamma di un ex alunno
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