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Quando il terremoto rende la vita precaria....

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Storie al tempo del terremoto dell' Italia Centrale.
Potrei raccontarvi delle nostre tre zie anziane che da tempo come "Due Punti" seguiamo, che hanno in questi giorni la calma di pochi saggi.
Continuano a cucinare per tutto il quartiere, regalando aneddotti e pillole di ricordi tutti teramani.
Poi arriva una lettera.

"Di storie tristi ce ne sono molte...e la mia è una fra tante!
Sono vedova ormai da tanti anni e come dire ti abitui ad una condizione che non hai scelto e cresci due figlie che non capiscono perché non hanno più un papà...ma raccogli i pezzi del tuo cuore e pensi che la tua vita sarà dura ma non impossibile e che il tuo amore sarà sufficiente a farle vivere serene:
In fin dei conti hai un bel lavoro e con tanti sacrifici sei anche riuscita a comprare un appartamentino che sarà il vostro piccolo regno!
Poi di colpo non hai più nulla...una mattina ti svegli improvvisamente terrorizzata e tutto quello che hai (che già era seriamente danneggiato) rischia di andare in pezzi!
Devi lasciare la tua casa e ancora una volta sei sola a cercare di far quadrare la tua e la loro vita! Una storia come tante...una vedova con due figlie a cui il terremoto ha tolto la casa e ha reso il lavoro precario! E ora dobbiamo aspettare...aspettare....aspettare"....

Non smettete mai di ascoltare il vostro vicino, una persona incontrata su di un autobus o in fila alle poste.
Non smettiamo mai di aiutare.

Ricordatevi www.iduepunti.it/13_novembre_2016/teramo-la-paura-del-terremoto-ha-bisogno-di-essere-ascoltata


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Commenti

La vita e il fato, talvolta e' ingiusto. Perché colpire una povera donna , cui l'esistenza l'ha già minata nelle fondamenta, togliendogli il compagno e adesso il frutto di tanti sacrifici. Perché non colpire chi di case ne ha due o tre, che in famiglia regna la tranquillità per lavori e stipendi ? Qualcuno diceva " Dio e' grande" anche in queste cose terrene che fanno una selezione non certo giusta. A quella vedova auguro ogni bene per il futuro, per le figlie, affinché in giustizia possa trovare un po' di tranquillità.
Bisogna rimboccare le maniche, maniche ormai ridotte a brandelli ed intrise di mille e mille sacrifici. Ogni giorno è una prova di sopravvivenza...l'importante è non demordere, bisogna stringere i denti e guardare oltre l'orizzonte, per se' stessi e per coloro ti riempiono il cuore. Auguri...
É vero, occorre molta forza per andare avanti e ogni giorno la vita ci mette alla prova. Penso anche che questo momento in cui siamo tutti,chi più chi meno, provati dal terremoto ci debba insegnare che dobbiamo iniziare ad apprezzare la quotidianitá senza cercare chissá cosa. E vorrei dire all'Anonimo delle 17,05 che non si augura il male neanche a chi ha più di una casa o a chi, per sua fortuna, vive felice e senza problemi, ammesso che ci sia !