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Cultura: L'Abruzzo incontra la Sicilia per ricordare Antonino Daidone...

di Giancarlo Falconi
5 minuti

Antonino Daidone era come il Pistacchio della sua Sicilia.
L'oro verde che si raccoglie ogni due anni; che ha bisogno di vulcano, di lava, di quel miracolo che sa di cenere e fecondità; di quell'ultima sigaretta che aspirava avidamente; di quel fumo che accompagnava i suoi pensieri;  di natura e di un'attenzione sensibile; di silenzio e sole; di acqua prima dell'attimo; di storia e di vita.
Occhi negli occhi e bastava la parola data.
Il mio ricordo è parcheggiato in un' automobile enorme o forse eravamo noi, a essere piccoli.
Ci caricava in sette, a volte otto e ci portava a giocare a calcio.
Ci toglieva dalla strada.
Molti sono sopravvissuti, altri, vivono nella nostra disperazione. 
Uomini tra uomini.

Il Pistacchio ha radici forte e oltre 300 anni di racconti.
Bronte e Antonino.
I bambini in Sicilia nascono con le rughe da sole e con i solchi del rispetto.
Hanno un passo diverso tra ombra e luce.
Li chiamano eclissati e spuntano improvvisamente dal buio a ricordare le promesse.
Messe antiche.

I Siculi camminano e salutano a raccolta del capo e del cappello.
L'incantensimo di Bronte.
L'Incanto Siciliano.
Raffaele & Mario, i figli che dovranno avere il coraggio di un ricordo; di tramandare il senso isolano alla propria famiglia attraverso non quello che si è fatto ma di quello che si è donato.
Raffaele, Donatella e Mario in memoria di Antonino a dieci anni della sua scomparsa.

Raffaele dovrà avere il carme di leggere una lirica a suo padre, il possessivo libero,  presente in ogni parola e in ogni azione del quotidiano.
Si legge tra i suoi versi " 
Ricordo la tua voce rauca di saggezza,
l'accento siciliano in una parola mai tradita.

"Gli inchini delle rughe,
solchi di rispetto nella fronte,
i baciamani di umili sospiri
....affondano le mie radici.

Nei tuoi occhi, involucri di fede,
i doni cordiali di umanità
trasfusi anche al dissolversi
del nostro ultimo sguardo.

L'abbraccio del mio papà
che mi accorgo è qui,
sempre,
un po' più in là del silenzio".

Sicilia e Abruzzo.
Matassa di un legame.

Una festa per Antonino e siamo tutti padroni di Casa.
Tornano gli incontri organizzati dallo studio D/R Medical 
Tornano con un altro sapore, un altro spessore, un'altra realtà.
Ricordi, famiglia, amore, poesia, fotografia, arte, scrittura, automobili, alta cucina.
Un insieme di tutto con una sorpresa nel mezzo.
La Mini Carretto Siciliano di Giancarlo Bucci.
Un ritorno al futuro. 
Ci sarà l'Abruzzo, la Sicilia, l'arte e il cibo.
Tutto e quel niente che chiamano essenza e non assenza.

Le foto di Marco Divitini che 
impressionano una Sicilia vista attraverso le luci dell'anima, meraviglie oniriche, di quella tecnica ad infrarossi che sintentizza la crasi della natura prigioniera del mare..
“L’intento – spiega meglio il maestro – è quello di immortalare la bellezza ‘invisibile’ della natura di una terra meravigliosa, facendo godere dell’irripetibile esperienza di percepire per una volta le cose, proprio grazie all’infrarosso, oltre ciò che i ‘ricettori’ umani consentono solitamente di individuare”.
Un continuo divenire sotto gli occhi dei visitatori che mutano la percezione degli splendidi scorci siciliani operando nello spettro dell’infrarosso e virando al bianco della clorofilla.Il risultato – conclude il fotografo teramano – è quello di scoprire ‘spazi magici’ della Trinacria che nascono da chiaroscuri di grande effetto e di forte impatto emotivo, in grado di connotare questi stessi posti di un’atmosfera surreale, a metà strada tra la dimensione onirica e la realtà”.
Sospesi.
Silvestro Cutuli con il  suo Universo elegante, ci aprirà la porta da vero alchemico della forma, da professore e cultore, ci regalerà  la chiave di lettura delle introspezioni dell'artista aprutino.

Il Preside Lino Befacchia, ci guiderà attraverso le pagine del romanzo di Giorgio Cauchi, " D'un muto uomo, il canto innamorato".
Lo scrittore siciliano, nato a Catania, ci racconterà l'amore, di un amore con il dialogo tra un uomo e la luna.
"Troppo spesso capita di farsi domande sul concetto "Amore" per provare a spiegarlo. In questo dialogo tra un uomo solitario e la Luna, attraverso le sue Fasi, vengono date delle possibili risposte...".
Befacchia e Leopardi, insieme Il tuo volto apparia, che travagliosa/Era mia vita: ed è, nè cangia stile/O mia diletta luna. E pur mi giova/La ricordanza, e il noverar l'etate/Del mio dolore. Oh come grato occorre/Nel tempo giovanil, quando ancor lungo/La speme e breve ha la memoria il corso/Il rimembrar delle passate cose/Ancor che triste, e che l'affanno duri!".
E le domande sottointese.
C'è ancora spazio per l'amore platonico?
Il tutto diviene rivoluzionario nella società dal tempo veloce e dai consumi ancora più rapidi?
L'amore è un bene reale o immaginario?


La voce narrante e cantante, da storica trovatrice di fuochi fatui e vecchi abecedari sarà di Alba Riccioni. 

Antonino avrebbe sorriso, pacca, scusate, paccona sulla spalla e quell'andatura da siciliano di Bronte.
Pasta di Pistacchio.
Uomo.

19 Dicembre ore 18 C/O Medical, via Colombo 126/B San Nicolò ( Te)
Questa lettura è valida come invito...




 

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Se ho un lavoro e ho ritrovato la fiducia in me stessa è tutto merito di quell'uomo che parcheggiava la sua Renault 5 dentro la pensilina del tram. Quel caffè rimarrà per me madre disperata, allora, e donna felice oggi, il più fortunato ricordo della mia vita. Un abbraccio alla sua famiglia. Ps: Ci sono dei passaggi e paesaggi meravigliosi. Grazie per come ha scritto questo omaggio.
Ho conosciuto il Sig. Daidone attraverso il calcio, quando i suoi figli, Mario e Raffaele, erano miei compagni di squadra. Non sapevo nulla di lui, non conoscevo la sua vita, chi fosse, cosa facesse. Non sapevo nulla e non m'interessava; erano sufficienti la voce profonda e i modi gentili, l'accento della sua terra e l'ironia a fare di lui un personaggio che ispirava fiducia e simpatia. Gli anni sono passati ma il ricordo no, quello è vivo. Sono diapositive di sguardi e sorrisi, di gesti semplici e frasi genuine, come quel "minchia, qui ci vuole il sale!" a commentare una serie di partite caratterizzate da bel gioco, zero risultati e tanta, troppa sfiga. E' strano, a pensarci bene, che dopo diversi anni, anni nei quali i legami e le frequentazioni non sono stati coltivati, io mi ricordi così limpidamente del signor Daidone, di Mario e di Raffaele. Forse è perché sono proprio come sembravano di primo acchito, conoscendo poco o nulla di loro: delle gran brave persone. Un abbraccio.
Un gran bel ricordo il mio... Una stima reciproca profonda, spontanea, non cercata... sbocciata come un fiore spontaneo, dopo esserci osservati a lungo nella 'nostra' Asl... Questa stima, questo affetto... trovo il suo prolungamento, dopo la sua scomparsa, nell'incontro per caso con suo figlio, Raffaele, allora a L'Aquila... Scoprire che il compianto amico aveva parlato a casa di me... fu emozione pura e la scintilla di un raro ripetersi di quella stima nel mio cuore, che è passata da padre a figlio, senza sciuparsi, senza perdersi nel tempo... Grazie per il forte stimolo a riaccarezzare un dolce ricordo... Un abbraccio speciale a Raffaele, come se stringessi ancora il papà... Grazie per aver perpetuato un valore, una stima, un affetto immeritati da me...

Le nostre colonne. Grazie Giancarlo per questo dono e grazie per non esserti dimenticato degli amici. Mi hai aiutato anche dopo che sono uscito dal carcere e non dimenticherò. L'avrebbe fatto anche Antonino. Un abbraccio.

Si grazie Giancarlo,per aver ricordato il dott.Daidone ,un vero Signore ,un vero gentiluomo. Conobbi il Dott.Daidone negli anni settanta,attraverso l'amico comune e compianto Filiberto Nittoli. Ancora oggi ho la sensazione nelle mie orecchie di ascoltare quell'accento siciliano ,ricordo questo Signore,che spesso mi creava imbarazzo nell'anticiparmi nel salutarmi a notevole distanza,nonostante io fossi più' giovane di lui e quindi,sarebbe stato il caso ed il mio dovere salutarlo per prima,ma ero quasi sempre anticipato da questa meravigliosa figura. Oggi, posso vantarmi di essere amico del figlio Raffaele il quale,oltre alla somiglianza fisica,ha il grande pregio di essere anche lui come il padre,un gran signore ed un gentiluomo. Non dimenticherò' mai il Dott.Daidone............ Carlo
Ho conosciuto e apprezzato il valore del dott daidone, quando da Novellino ho iniziato a lavorare in medicina legale a Teramo...un grande uomo, sempre gentile, sempre prodigo di consigli professionali, pacato,ma sempre attento a tutto. Ne conservero' negli anni un caro ricordo...
Bravo Giancarlo Falconi. In questo ricordo di un " nobil uomo" quale era Antonino, ti sei superato. Ti sei superato nel modo in cui hai incorniciato la persona cha ha lasciato sincero rimpianto in quanti ebbero modo di conoscerlo e di apprezzare le non comuni virtù di medico e di padre esemplare. Ho avuto il piacere di conoscere il dott. Daidone negli anni 80 quando, per una strana vicenda di visita fiscale che mi vedeva coinvolto, convocato presso la struttura da Lui diretta mi si fu detto che io dovevo essere visto dal direttore e non da altri medici, quindi dal dott. Daidone. Allora ebbi un po paura di questo personaggio che incuteva timore e rispetto nel personale dipendente e figuriamoci per chi non lo conosceva. La visita fiscale fu tutt'altro di quello che temevo si verificasse. Egli ebbe parole paterne nei miei confronti e capi' da subito che io non avevo nulla di malato fisicamente, se non uno stato di malessere psicologico nel nuovo ufficio che ero andato ad occupare dopo 16 anni di segreteria dei diversi Sindaci che si alternarono all'epoca. Le Sue sono parole che ancora, dopo circa trenta anni, ricordo con affetto e gratitudine. Ancora grazie Giancarlo Falconi per aver sapientemente dipinto, non l'uomo dottore, ma il dottore di una umanità unica. Giuliano Gambacorta
Una persona speciale, umana , ben educata, disponibile e di gran cuore, oltre ad essere un buon amico di mio padre. Tale padre, tale figli, anch'essi persone speciali, un caro saluto
Caro Giancarlo, consentimi di felicitarmi pubblicamente per la straordinaria, sobria e validissima iniziativa che hai auto la sensibilità e la consueta intelligenza di portare a conoscenza della collettività. Il dottor Daidone non ci hai mai lasciato, la sua educazione, la sua competenza, la sua professionalità, la sua semplicità, hanno superato la sua assenza terrena e lo hanno fatto nel migliore dei modi possibili, attraverso l'esempio tradotto in azioni positive e concrete che i suoi carissimi figli Raffaele e Mario quotidianamente dispensano nel solco paterno. Iniziative come queste non solo rendono onore al ricordo indelebile dei familiari che giustamente rinvigoriscono il loro legittimo e sofferto dolore legato al distacco terreno, ma contribuiscono ad elevare una cittadinanza che troppo spesso dimentica o distrattamente non considera i propri figli migliori, tra i quali a pieno titolo e senza timore di smentita, si può annoverare il compianto dott. Antonino Daidone. Dodo Di Sabatino Martina
Che dire del Dr. Daidone, un grande signore, con tanta umiltà e professionalità, lo ricordo sempre con affetto e stima, uomo al servizio di tutti e di chiesa, cercherò di esserci con piacere il giorno 19 alle ore 18.