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ACQUA PER LA VITA, ACQUA PER TUTTI

di Walter Mazzitti
3 minuti

Cinque milioni di persone, un numero dieci volte superiore a quello dei caduti nelle guerre che si combattono annualmente nel mondo, muoiono ogni anno per cause riconducibili alla mancanza o alla pessima qualità dell’acqua. Per le identiche ragioni ogni giorno muoiono 6000 bambini. La carenza idrica si va sempre più delineando come l’emergenza più grave in ambito planetario, con ripercussioni drammatiche per le popolazioni umane che vivono nelle aree più povere del pianeta: poco meno di un miliardo di persone nel mondo non ha diritto all’acqua.

Oltre 300 fiumi attraversano le frontiere di altrettante nazioni alimentando i conflitti per il loro controllo. Ma sono in crescita anche le dispute, con centinaia di migliaia di vittime, tra regioni di uno stesso Paese, tra comunità a monte e comunità a valle e tra i diversi utilizzatori dell’acqua.
La minor disponibilità delle risorse idriche è la conseguenza di alcuni processi in atto che coinvolgono l’intero globo quali il riscaldamento climatico, la desertificazione e la deforestazione, strettamente correlati tra di loro. Anche alcuni fattori sociali come la crescita della popolazione mondiale, l’aumento esponenziale del consumo dell’acqua nelle società, in particolare tra quelle industrializzate, i gravi processi di inquinamento che pregiudicano la qualità dell’acqua e ne limita l’utilizzo, unitamente ad una generalizzata cattiva gestione della risorsa, provocano una sempre più accentuata carenza idrica, persino nelle regioni in cui essa è sempre stata abbondante.
Una gestione delle risorse idriche improntata ai principi della sostenibilità, dell’equità e delle democrazia rappresenta una delle maggiori sfide della comunità internazionale. C’è bisogno di un salto di qualità, una svolta culturale. Diversamente, ogni tentativo di cambiamento rischierà il fallimento. Anche la gestione sostenibile dell’acqua necessita di una scelta. È vero che l’acqua è la vita, ma è altrettanto vero che la vita dell’acqua è la protezione dell’ecosistema. Proteggendo l’ambiente si protegge l’acqua. È su questo terreno che si gioca il futuro della preziosa risorsa, un terreno sul quale possono e devono giocare tutti un ruolo essenziale anche promuovendo e sostenendo politiche di protezione ambientale efficaci e innovative.
Per richiamare l’attenzione su questi gravi fenomeni e sollecitare tutti a un più deciso impegno per la loro risoluzione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, a partire dal 1993, ha deciso che il 22 marzo di ogni anno venga celebrata in tutto il pianeta la “Giornata Mondiale dell’Acqua”. Accogliere questo appello per ciascuno di noi vuol dire essere disponibili a favorire un cambiamento profondo nella nostra scala dei valori, del nostro modo di concepire la natura, nei nostri principi etici e nel nostro modello di vita. In altre parole è necessario un vero e proprio cambiamento culturale per favorire il quale è opportuno che ciascuno faccia la propria parte.   Mancano pochi giorni al 22 marzo. Decine e decine di migliaia di insegnanti in Italia, se volessero, potrebbero ancora dare il loro contributo. Basterebbe dedicare quel giorno o parte di esso a parlarne in classe e sollecitare una riflessione dei ragazzi sul tema dell’acqua, come diritto e come elemento fondamentale per la vita. Penso alle associazioni ambientaliste, ai gestori delle aree protette, ai tanti giovani sensibili ai temi ambientali. Certo, si dovrebbe fare molto di più. Chi può e chi lo sente, faccia la sua parte!

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nel frattempo spendono milioni per cercare acqua su marte/giove...boh