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Il corrosivo: Epistola sull’indifferenza

di Elso Simone Serpentini
4 minuti

A voi, cittadini del Pretuzio, voglio rivolgermi con questa mia epistola, per indurvi a riflettere su quanto continui ad essere per voi dannosa questa vostra tendenza alla più completa indifferenza riguardo le sorti della vostra città.
E’ stato scritto che l’indifferenza è semplicemente paura, apparenza e puro egoismo, che è una nemica, che si diventa indifferenti perchè si ha paura di soffrire e si vuole trovare un modo per dimenticare ciò che ci opprime.
Montale la indica quale “unico bene”, ma solo perché, dopo la morte della moglie, si era ritrovato a vivere in solitudine o con persone che non svolgevano un ruolo di rilevante importanza nella sua vita.
L’abate La Mennais nel suo “Saggio sull’indifferenza in materia di religione” si limitava ad un particolare aspetto di un atteggiamento configurabile più che altro come distanza dai temi religiosi e spirituali. Ma Gramsci, che l’analizzava sul piano civile e politico, oltre che sociale, diceva di odiare
gli indifferenti, perché la considerava abulia, parassitismo, vigliaccheria, non vita, il peso morto della storia. Maria Luisa Spaziani la qualificava come “inferno senza fiamme”, Kahlil Gibran come “già meta della morte”.

Potrei citarvi molti altri aforismi sull’indifferenza e molti alti detti celebri, mostrandovi come essa sia stata giustamente considerata assai prossima all’apatia, all’ignavia – che tanto veniva condannata da Padre Dante – e perfino alla napoletana “pecundria”, consistente in una specie di condizione catalettica, di malinconia e/o di depressione, che induce ad una completa inazione e ad una totale mancanza di reazione anche di fronte ad offese e soprusi. Potrei... ma sono sicuro che finirei con il tediarvi ancor di più di quanto vi tedino gli inviti a mutare i vostri atteggiamenti o anche solo a riflettere sulla vostra condizione.
Voi Pretuziani apparite oggi come indifferenti a tutto, non solo alle sorti della vostra città, alle nequizie che vi si compiono e alle rapine pubbliche e private che vi si fanno, ma anche alla vostra sorte individuale, che mettete nelle mani di coloro che hanno mostrato di essere essi stessi indifferenti alla sorte vostra e della città e attenti solo ai propri interessi privati, in termini di possesso di potere, cariche e pecunia.

Bene si adatta alla vostra condizione di indifferenti a tutto e a tutti quella storia che viene attribuita ad un anonimo saggio riguardo a quattro persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
Per parte mia, vi assomiglio ai sibariti, di cui diceva male tutta l’antichità, riferendo la storia di un cittadino di Sibari che, sdraiato all’ombra di una quercia, raccontava ad un suo concittadino, sdraiato accanto a lui, quanto si fosse stancato assai al solo guardare uno che lavorava per aggiustare una strada. E l’altro lo invitò a smetterla con quel racconto, perché lui si stancava assai al solo sentire raccontare che era stato visto qualcuno lavorare.
 
Come i sibariti
 
I teramani sono com’erano i sibariti,
ricchi di povertà, poveri di ricchezza,
inerti, noncuranti, indifferenti, sfiniti
ancora prima di fare, nella mollezza
 
adagiati, a vaneggiare. E intenti
solo a non fare, a provare fastidio
per coloro che fanno, sono attenti,
criticano, propongono. E il dissidio
 
riservano a chi si oppone e persiste
a volere un cambiamento qual che sia
e dopo tanti fallimenti ancora insiste
 
a rinunciare a una rinuncia così triste
a percorrere sempre la stessa via
e a rifiutarsi di vedere cose viste.

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Commenti

Caro Prof l'indifferenza è purtroppo e spesso uno strumento di potere o per dirla più moderna e' una specie di mobbing In realtà è sempre una sconfitta per chi la esercita Domanda al Corrosivo: Secondo lei è uno strumento massonico?
Questo pezzo non si rivolge a me. Perché io non sono indifferente. Grazie per il sostegno prof...... È dura. Gli indifferenti ormai sono la stragrande maggioranza e quindi è facile per gli aguzzini di ogni luogo individuare i rari "non indifferenti" e cercare di farli fuori con i mezzi del loro malaffare.. Anni di lotta impari, anni di sacrifici, anni di malessere per piegare te che non vuoi farlo, anni di sofferenza. Ma la lotta ti regala la vita, la visione di momenti di irripetibile bellezza e grandezza, che solo tu puoi vedere. Energia che si rinnova. Un mondo solo per pochi eletti: il senso vero della vita. Grazie prof delle sue parole in un momento in cui il nemico usando le sue armi fatte di abusi e violazioni, mi sta facendo sanguinare copiosamente........ Ora nuova forza per me.
Certo che lo è. Da swcoli ;strumento basilare su cui poggia la loro stessa esistenza.