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Il Presidente Vallese dell'ODA risponde sull'Architetto Vallese e sul ribasso d'asta...

di Anonimo
8 minuti

Gentile G.F., mi pare doveroso - per la carica che ricopro - risponderle, e senza sconti.

Iniziamo col chiarire alcuni passaggi.
L’Amministrazione Comunale, e i suoi organi tecnici, nel rispetto dell’attuale normativa sui lavori pubblici (la cui ambiguità e indeterminatezza costringe sempre più spesso a ricorrere ad interpretazioni, formalizzate con pareri da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione), sceglie di affidare la D.L. e il Coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione con due gare al “massimo ribasso”. 
Scelta, a parere del sottoscritto, sicuramente non condivisibile nel principio, date le caratteristiche dell’opera e del contesto in cui si dovrà operare. Sarebbe stata più indicata una gara con “Offerta economicamente più vantaggiosa”, che avrebbe permesso di calmierare i ribassi e di prendere in considerazione altri parametri, tra i quali l’esperienza ed il curriculum del professionista.
Premesso quanto sopra, come Presidente dell’Ordine degli Architetti, non posso che condividere il disappunto per l’85% di ribasso offerto dall’Arch. Giustino Vallese per la D.L., che, come scrive Lei, rasenta la gratuità alla prestazione.
Quella stessa gratuità che da mesi viene “promossa” dalle nostre istituzioni regionali attraverso il tetto del 3% riconosciuto ai Comuni per le spese di progettazione relative ad opere finanziate attraverso fondi FAS strutturali. 
E mi pare che, a parte la presa di posizione degli Ordini professionali e i loro tentativi di arginare tale azione di delegittimazione della professione, nessun altro e a nessun livello si sia scandalizzato, e nemmeno interrogato, sui costi che la collettività sarà costretta a pagare in futuro per la scellerata politica del “progettare” a rimborso spese, quasi che prestazioni “sottopagate” siano solo un problema dei tecnici professionisti. 
Ma torniamo al nostro professionista, reo del discutibile ribasso.

L’arch. Professionista Giustino Vallese, reso edotto in merito al disappunto determinato dal suo operato, fa notare, al Presidente Arch. Giustino Vallese, alcuni aspetti. 
In primo luogo ricorda che le opere progettate per riqualificare i due corsi sono state l’esito di un concorso internazionale di progettazione (era il lontano 2008), un evento raro, dobbiamo riconoscerlo, soprattutto in provincia di Teramo. In un paese civile, attento alla qualità del suo ambiente costruito e delle sue città, il ricorso al concorso di progettazione per la realizzazione delle opere pubbliche, di una certa rilevanza, rappresenta una condizione ordinaria, non straordinaria come accade in Italia. Il concorso di progettazione risulta essere sicuramente lo strumento più idoneo per promuovere le idee e i progetti più meritevoli, come è testimoniato dalla qualità delle realizzazioni nei paesi che vi ricorrono abitualmente.
Ricorda inoltre che le fasi successive della progettazione, preliminare, definitiva ed esecutiva sono state affidate al gruppo vincitore del concorso con incarico diretto, nel rispetto della legge. La stessa norma, però, non permette l’estensione dell’incarico di D.L. al progettista medesimo senza espletare una gara. Una condizione che, se in termini di principio potrebbe apparire giusta, a salvaguardia di una qualche forma di concorrenza, non si ritiene lo sia se si analizza a fondo il ruolo della Direzione Lavori in opere che presentano un rilevante interesse architettonico. Nella realizzazione di una strada, di un’opera fognaria o di qualsivoglia altra opera che abbia caratteristiche prestazionali molto sbilanciate sulla sola perfetta funzionalità, una buona progettazione a monte e una buona Direzione Lavori a valle, svolte anche da soggetti diversi, permetterebbe, senza dubbio alcuno, esiti assolutamente accettabili e pienamente conformi allo status della “regola dell’arte”. Altra cosa è la Direzione Lavori di un’opera in cui la valenza architettonica (dunque qualità spaziale e figurativa della realizzazione) non è affidata unicamente alla corretta esecuzione delle lavorazioni previste, ma anche alla “interpretazione“, alla comprensione del complesso delle scelte progettuali, fino alla scelta di componenti e materiali; peraltro il tutto giunto alla realizzazione dopo n. 2 fasi concorsuali e 3 successivi livelli di progettazione! Essendo appunto il progetto d’architettura un processo, per nulla lineare e ascrivibile a pochi ed elementari principi di buona esecuzione, in cui la componente euristica ha una sua fondamentale importanza.

L’Arch. Professionista Giustino Vallese evidenzia, nel caso fosse necessario rimarcarla, quella specificità di condizione doppia espletata contemporaneamente e storicamente dalla figura professionale dell’architetto: competenza e professionalità della prestazione tecnica per un verso, qualità architettonica e sensibilità estetica che differenziano l’architettura e l’architetto da tutte le altre discipline e professioni! 
E l’intervento di riqualificazione dei due Corsi pare senza ombra di dubbio, appartenere a quella tipologia di opere per le quali il valore aggiunto della qualità architettonica e della sensibilità estetica non è affatto secondario.
Orbene, a questo punto l’arch. Professionista Giustino Vallese mi chiede se sia o no legittimo che un progettista dopo aver vinto un concorso, progettato per anni un’opera, investito su di essa anche in termini di aspettative e risultati (formali, spaziali?), non abbia il diritto di volerne controllare l’esecuzione, condizione non marginale nella buona riuscita dell’opera, della quale rimarrebbe sempre e comunque responsabile, anche qualora non fossero sue la responsabilità e il controllo come Direttore dei Lavori. E ancora, se sia legittimo o no che per perseguire questo scopo, non essendoci altra possibilità, decida di condurre a termine l’opera anche con un ulteriore investimento personale in termini di tempo e responsabilità, sebbene non adeguatamente ripagato in termini economici, ma con l’aspettativa finale che lo sforzo ripaghi il professionista stesso attraverso un risultato il più possibile fedele al progetto. Se sia legittimo o no, avendo bene a mente i ribassi che in questi ultimi anni il mercato della progettazione e dei servizi sta producendo, porsi su una soglia di ribasso tale che finalizzi concretamente la possibilità di dirigere il risultato sperato.

Come Presidente di un Ordine professionale, l’arch. Giustino Vallese non può che constatare, alla luce delle offerte pervenute su entrambe le procedure (Direzione del lavori e Coordinamento della Sicurezza in fase di esecuzione), riferendosi chiaramente anche a quelle “classificate“ seconde e non solo, la necessità di prendere atto di quanto il mercato attuale, soffocato da una crisi oltremodo feroce, non offra molti spazi per ragionamenti sul “giusto” corrispettivo. 
Se il progettista dell’opera, forte anche di una legittimazione derivante dalla paternità e conoscenza dell’opera, nonché forte dell’aspettativa di controllarne il processo di esecuzione, non si fosse esposto con un ribasso elevato, oggi la Direzione Lavori sarebbe nelle mani di un altro professionista che, al di là delle indubbie ed indiscutibili competenze, potrebbe essere meno motivato e determinato nel perseguimento di quel “valore aggiunto” che i progettisti hanno inteso dare al progetto e che l’Amministrazione ha voluto condividere con altrettanta determinazione. 

A questo punto la domanda nasce spontanea: la scelta dell’Arch. Professionista Giustino Vallese di voler portare a compimento, superando le pur legittime aspettative economiche, un’opera intrapresa da oltre sei anni, non è forse parimenti legittima e dignitosa nel voler dimostrare coi fatti che la difesa del valore e della dignità professionale di un Architetto passa anche attraverso la determinata ed ostinata ricerca della qualità delle proprie realizzazioni?

Agli Architetti l’ardua sentenza!

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Commenti

L'arch. Vallese ha ragione! Solo lui può controllare l'esecuzione di una eccelsa opera architettonica a carattere "balneare" perfettamente inserita nel contesto collinare di Teramo! Non sia mai che Teramo venga privata di quel tocco marinaro da perfetto lungomare che avranno i due corsi principali!
Bella la circostanza di un Presidente dell’ODA che risponde a se stesso lamentando di aver praticato il ribasso dell’85% sul DL. Insomma se il Presidente in qualche modo denuncia l’incredibile ribasso da lui stesso praticato, siamo al limite della presa per i fondelli. Se il detto Presidente, autorevole rappresentante degli architetti teramani si autocensura- una presa di posizione assolutamente ridicola- vuol dire che come Presidente non vale niente. Avrebbe fatto meglio a difendere la categoria denunciando la legge che autorizza tale porcheria e non squadernare all’opinione pubblica il lampante conflitto di interesse di cui si trova ad essere il protagonista. L’ODA non ne esce bene, con un Presidente così, e sarà difficile a questo punto non parlare di una cattiva rappresentazione della deontologia professionale assolutamente cancellata. La creatività teramana, con questo disarmante doppio ruolo di uno stesso soggetto, trova qui un bel livello di esemplarità. Siamo o no il paese degli sveltoni? bravi, originali, spaesanti.
l'ardua sentenza solo all'antimafia!!!!!
Comincerei con una piccola nota: incominciare a parlare di se in terza persona non è un buon sintomo, qualcuno parlerebbe di sindrome di Hubris (Berlusconi docet); dal punto di vista strettamente lavorativo e di immagine il discorso è pienamente condivisibile e giustificabile; in una città (paese) come Teramo un'eventuale esecuzione approssimativa dell'opera per colpe dell'impresa esecutrice, della Direzioni Lavori o di eventuali subappaltatori sarebbe stata addossata unicamente al progettista. Adesso, appurato che la salvaguardia dell'immagine e del decoro dell'architetto Vallese saranno al sicuro in quanto dirigerà lui stesso la realizzazione della magnifica opera che permetterà di "...riconferire a questa specifica realtà urbana la sua naturale vocazione di polarità di interessi e centro di relazioni, mentre la strategia più ampia che si intende perseguire è di correlare il patrimonio storico, culturale ed ambientale del centro storico... (Copyright Comune di Teramo)". Adesso le dolenti note; siamo sicuri che l'acquisizione ad ogni costo della Direzione Lavori non serva a mascherare difetti di progettazione? Siamo sicuri cioè che non interverranno le classiche Varianti in Corso d'Opera per mascherare errori e omissioni progettuali e permettere, grazie a taciti accordi impresa-comune, di recuperare il ribasso proposto dalla stessa impresa e recuperare così come detto eventuali errori progettuali?
Non commento l'autocelebrazione del professionista quando parla di "concorso internazionale" (si commenta da sola).... Vorrei esprimere unicamente il mio pensiero che non è altro che quello di un libero professionista architetto che esercita a teramo. L'abnorme ribasso offerto dal professionista per l'ottenimento dell'incarico della direzione dei lavori dallo stesso progettati, a mio parere, è unicamente causa delle vigenti normative in materia di ll.pp. e delle fantastiche "lenzuolate" (vedi abolizione del minimo tariffario) approvate da una politica che ha sempre visto il libero professionista come il principale male della società. Posso pertanto capire il libero professionista Arch. Vallese che offre il ribasso dell'85% per accaparrarsi la Direzione dei Lavori. Ora vorrei chiedere al mio Presidente. .... con quale faccia ora potrai difendere il tuo ordine ed i suoi iscritti quando si parlerà di "decoro" dell'onorario professionale ???????? Vorrei rispondere al Sig. Bosi.... L'ordine degli architetti ne esce come sempre ne è uscito......meglio non esplicitare il mio pensiero......