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UN PATTO PER L’APPENNINO ABRUZZESE

6 minuti

WALTER MAZZITTI, ( fotoMaurizio Anselmi) già presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, rivolge un appello a Sindaci, cittadini, operatori economici e associazioni ad alzare la testa, guardare avanti e reagire uniti e con forza al disastro provocato dai recenti eventi eccezionali. Affermare la vocazione montana dell’Abruzzo attraverso un “Patto per l’Appennino Abruzzese” da condividere in una assemblea che si terrà sotto il Gran Sasso d’Italia, la montagna più alta della catena degli Appennini e patrimonio identitario degli abruzzesi.

L’immane disastro generato dai recenti eventi naturali seminando morte e distruzione e dal dannato blackout energetico che ha messo in ginocchio le popolazioni dell’Abruzzo soprattutto montano, ci impongono di unire le forze e dare impulso ad un urgente ed ineludibile processo di ritorno alla normalità sociale ed economica. La sconcertante manifestata impreparazione a livello centrale e locale a fronteggiare la grave emergenza che ci ha travolto, è conseguenza della storica sottovalutazione da parte della Regione, della ricchezza unica e straordinaria della nostra montagna, considerata finora, e a torto, una componente marginale dell’economia abruzzese. Tant’è che la vocazione montana dell’Abruzzo non è mai stata assunta come fattore prioritario e strategico nella programmazione regionale, in termini di sviluppo, manutenzione, sicurezza del territorio montano e valorizzazione della sua ricchezza ambientale e culturale. Eppure la montagna occupa il 65 per cento dell’intera superficie dell’Abruzzo, dotato di ben tre parchi nazionali e un parco regionale di montagna, dislocati attorno al Gran Sasso d’Italia, la montagna più alta della catena degli Appennini. Di converso, una politica a dir poco miope, è stata capace di disperdere negli anni risorse finanziarie ingenti, distribuendole, per meri interessi di bottega, a destra e a manca, al di fuori di ogni forma di programmazione e senza lasciare nulla di buono ad un territorio montano oggi più che mai sofferente. E il rischio di una prossima ondata di finanziamenti e rimborsi a pioggia, svincolati da ogni strategia di rilancio dell’economia montana, è assai verosimile.
Il momento è difficile, direi drammatico, il senso di smarrimento è generale. Siamo tutti coinvolti in questa sciagura che stiamo ancora vivendo. Ma bisogna alzare la testa e guardare avanti. C’è il futuro della nostra terra e dei nostri giovani da tutelare. Non possiamo permetterci di abbandonare e distruggere anche ciò che in questi ultimi anni abbiamo di positivo creato in montagna. Spetta a noi tutti l’onere di reagire e affermare con forza che la montagna non può essere abbandonata al proprio destino. Ora più che mai c’è il rischio che la nostra gente, lasciata sola in quei drammatici giorni ad affrontare le sequenze di un epocale sconquasso della propria vita, presa dallo sconforto, decida di lasciare definitivamente le abitazioni, le attività agricole e pastorali, il piccolo commercio e quel poco che resta di una economia divenuta del tutta marginale. Non possiamo immaginare che questo avvenga. Fermare lo spopolamento della montagna e rilanciare le attività economiche è la nostra emergenza da affrontare uniti. È per questo che bisogna reagire assieme. L’imperativo è essere coesi e condividere un “Patto per l’Appennino abruzzese”. E il Gran Sasso d’Italia, patrimonio identitario degli abruzzesi, dovrà divenire il naturale luogo di aggregazione delle popolazioni montane dell’Abruzzo. Il futuro del nostro Appennino e dell’intero sistema montano abruzzese in termini di qualità, di crescita sociale, culturale ed economica, dovrà passare attraverso una nuova visione e un nuovo progetto al quale vanno attribuiti strumenti innovativi, efficaci e calzanti alle esigenze organizzative e gestionali dei territori, che ponga al centro il rilancio dell’agricoltura e della pastorizia e delle attività e dei mestieri tradizionali e che faccia perno su un turismo sostenibile in grado di favorire lo sviluppo di tutte le economie locali di montagna. E dovremo da subito superare l’ingiustificabile ritardo causato dall’inerzia regionale, nel dare avvio ad un piano di comunicazione di straordinaria efficacia volto a valorizzare la ricchezza e la bellezza del patrimonio ambientale e culturale dell’Abruzzo a sostegno di una nuova politica del turismo da rilanciare con urgenza assoluta.    Sono stato presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Ho avuto l’opportunità e il privilegio di gestire un territorio vasto ricompreso tra cinque Province e tre Regioni. E posso affermare, con assoluta sincerità e da semplice cittadino, che lavorare assieme, all’insegna di idee e progetti condivisi, ha dato significativi risultati. Sarebbe un errore disperdere le nostre energie tra gruppi e comitati, seppure motivati da validi intenti. Affidiamoci ad una assemblea, la più ampia possibile, di cittadini e sindaci, di imprenditori e associazioni, per definire assieme le linee per un nuovo patto per l’Appennino Abruzzese. L’Associazione Amici del Gran Sasso d’Italia, si farà carico di favorire la più ampia partecipazione delle suddette componenti sociali in una assemblea da tenersi nei primi giorni di marzo. In quella sede affideremo alla discussione proposte e progetti da includere in un “Patto condiviso”, da sottoporre alle istituzioni regionali e centrali per una nuova e risolutiva politica in favore dell’Appennino Abruzzese. E così che Sindaci, cittadini, imprenditori e associazioni potranno pretendere di divenire parte attiva nel processo di rilancio dell’economia della montagna abruzzese.                                                                                                                   Walter Mazzitti

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Commenti

Bellissima iniziativa. Mirco
Gentile Mazzitti, secondo me è ancora troppo presto lanciare adesso una campagna comunicativa. Il peso emotivo di quanto sta accadendo è ancora pesante. Bisogna far decantare le ansie e le preoccupazioni che attanagliano il territorio. L'assenza di commenti ai suoi ottimi propositi è un segnale. Il messaggio non passerebbe. Adesso bisogna lavorare per intercettare i fondi ed usarli da persone qualificate quando la tensione emotiva si allenterà. Salvo vari decreti assurdi che altro non fanno che contribuire a massacrare un territorio già fortemente segnato ambientalmente, socialmente ed economicamente, incapace a fare gruppo. Sul Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e su "i significativi risultati" ottenuti alla luce di cos'è oggi il citato Parco, bisogna fare un mea culpa su chi ha gestito, su chi gestisce questo ente dalle enormi potenzialità ma dai risultati pessimi.
Finalmente una persona competente e dalla mente pensante che si fa sentire. Non come quei finti eroi, servi dei servi, che si preoccupavano solo di elevarsi sfruttando una simile tragedia, nonché di attendere dal padrone gli ordini sul da farsi.