Salta al contenuto principale
|

Aiutiamo ad aiutare. Adottiamo i nostri figli sconosciuti...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

La domenica delle Palme e ricevi un messaggio.
Tutto collegato da un filo sottile. 

"Da padre adottivo di due bambini, uno con adozione nazionale, adottato a pochi giorni di vita, ed uno con adozione internazionale, adottato un anno fa, quando aveva sei anni, ti potrei parlare di anni di attesa, di psicologi e assistenti sociali splendidi, di uffici anagrafe e asl che ignorano il fatto che, per adozione, non si pagano bolli, ticket e tasse varie, di visite dei carabinieri a casa, con militari che si scusavano per l'intrusione nella tua intimità, di linee guida per i bambini adottati emanate dal Ministero dell'Istruzione e ignorate dalle scuole, dove il referente per le adozioni non è pervenuto, di quotidianità vissuta, comunque, con il trauma dell'abbandono, con il quale, prima o poi, i miei figli dovranno fare i conti... e ancora della commissione adozioni internazionali praticamente inesistente, con soldi per compensare, in parte, quelli spesi (tanti) per l'adozione internazionale, mai messi a disposizione....".

I motivi di questa disaffezione nelle adozioni?
Risposte?
Scrive Maria Novella De Luca su La Repubblica " Le motivazioni di questa disaffezione sono sicuramente diverse se si parla di procedimenti nazionali o internazionali. Ma di certo i denominatori comuni sono due: gli anni dell'attesa e l'incertezza di arrivare a destinazione. Tanto che oggi sembra assai più semplice, economico (e sicuro) avere un figlio con una fecondazione eterologa, piuttosto che remare tra le infinite difficoltà dell'adozione. Se parliamo però di bambini italiani la sproporzione, oggi come ieri, è data dai numeri reali. I ragazzi adottabili ogni anno sono circa 1.300, oltre mille hanno trovato una adozionefamiglia nel 2015, anche se alcune centinaia sono rimaste negli istituti. Comunque pochissimi rispetto alle domande. "Quelli che restano - spiega Sandra Zampa, presidente della commissione bicamerale Infanzia - sono i più grandi, i più difficili, giovani che magari da troppi anni vivono in comunità, spesso anche per la lentezza dei tribunali nel dichiararli adottabili". Diverso invece il caso dei bambini che arrivano dall'estero. "Scontiamo l'assoluta paralisi della Cai, la Commissione adozioni internazionali, che in questi anni non si è mai riunita, non ha stretto accordi con i Paesi esteri, ha paralizzato l'intero sistema. Le famiglie - aggiunge Zampa - a volte anche vittime di truffe, sono state abbandonate a se stesse. Se a questo aggiungiamo i costi, la crisi economica che ancora assedia il Paese, è evidente che il calo delle domande diventerà ancora più netto".

Il messaggio nella bottiglia continuava Anche a Teramo e Provincia in tanti vorrebbero adottare... ma in tanti rinunciano, perchè oltre al cuore ci vuole tanta, a volte troppa, pazienza e forza di volontà...".
Un dolore.
Una fitta.
Immagini di bambini morti ovunque per qualsiasi motivo.
Dalla fame, alla sete, alla violenza, al gas, ai viaggi della fortuna, per guerra, per incidenti, per malattie.
Tutto questo alimenta il paradosso della burocrazia che li uccide un'altra volta.
Il colpo finale.
Noi come boia diventiamo complici con il nostro silenzio.
Dobbiamo fermare questo sterminio e rendere più semplici e controllate le adozioni.
Siamo tutti potenziali padri e madri.
Figli nostri.
L'umanità ha un'altra coscienza.
Humana Pietas...

Commenta

CAPTCHA